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·6 Januari 2025

Eredità Agnelli, per i fratelli Elkann nuovi guai dai quadri ereditati

Gambar artikel:Eredità Agnelli, per i fratelli Elkann nuovi guai dai quadri ereditati

Trasferimento all’estero di opere d’arte senza autorizzazione, pena fino a otto anni di carcere. È questo il nuovo reato che potrebbe configurarsi nella saga dei fratelli John, Ginevra e Lapo Elkann, già sotto inchiesta per frode fiscale e truffa allo Stato da parte della Procura di Torino, dopo quanto scoperto dalla Guardia di Finanza nel corso delle perquisizioni eseguite nel novembre scorso.

Al centro dell’indagine – ricorda l’edizione odierna de Il Giornale – ci sono le operazioni compiute per sottrarre al fisco e alla madre Margherita Agnelli, unica figlia vivente di Gianni Agnelli e in rotta di collisione con i propri figli, una parte colossale dell’eredità dell’Avvocato. Nell’ultima puntata di Report viene raccontato come le indagini si stiano concentrando su una parte del tesoro: la collezione d’arte accumulata nel corso dei decenni da Gianni Agnelli e Marella Caracciolo, decine di quadri dal valore inestimabile.


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Tra i pezzi forti della collezione ci sono anche Glaçons, effet blanc di Claude Monet, La scala degli addii di Giacomo Balla e Mistero e malinconia di una strada di Giorgio De Chirico, che da solo vale oltre venti milioni. Quando la Finanza si fa aprire il caveau di John Elkann trova solo le copie dei tre quadri, perché gli originali sono a Chesa Alcyon, la villa di famiglia a Sankt Moritz, in Svizzera.

Ma Report ha raccontato che alla morte di Gianni Agnelli, nel 2003, le tre opere erano in Italia, nelle residenze della famiglia a Torino e a Roma. E sarebbero finite anche loro nell’asse ereditario: cioè nelle mani della vedova, Marella, visto che sua figlia Margherita ha rinunciato all’eredità in cambio di una liquidazione miliardaria. Da Marella, i tre quadri arrivano agli amati nipoti Elkann. E però lasciano anche il territorio dello Stato, approdando nella villa in Engadina.

Ma quando? E come? La Guardia di Finanza passa la segnalazione ai carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio culturale e al ministero della Cultura. E non è l’unica anomalia individuata dalle indagini nella gestione della collezione d’arte. Saltano fuori le mail con cui Donna Marella regalava a John Elkann nove quadri dell’artista americano Robert Indiana, valore sui cinque milioni e mezzo: ma l’ultima modifica delle mail risale all’inizio dell’anno scorso, quando l’inchiesta della Procura torinese era già esplosa, e soprattutto quando Marella Caracciolo era morta ormai da cinque anni.

Inevitabile il sospetto che si tratti di un falso. Nella loro replica, i legali degli Elkann fanno sapere che sia Glaçons, effet blanc di Monet che i nove quadri di Robert Indiana sono stati «donati in vita», rispettivamente da Marella e da suo marito Gianni. Ma non spiegano il perché delle mail trovate nei computer della segretaria con cui la vedova Agnelli regalava al nipote John le opere dell’artista americano cinque anni dopo essere morta.

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