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·25 September 2025
ESCLUSIVA PSB – Leone (Gazzetta): “Caserta uno dei migliori, ma serve un salto di qualità nello staff. Bari ambiente non facile, limiti caratteriali non lo aiutano a isolarsi”

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·25 September 2025
Fabio Caserta, alla guida del Bari in questa nuova stagione di Serie B, ha riscontrato numerose difficoltà in questa prima parte di campionato. Difficoltà che, come ci ha spesso abituato, hanno caratterizzato buona parte delle sue avventure nelle fasi iniziali. Per provare ad entrare maggiormente nel suo mondo e per analizzare a tutto tondo il suo operato, la nostra redazione ha intervistato in esclusiva Valter Leone, firma de La Gazzetta dello Sport e grande conoscitore del mondo Cosenza Calcio. In virtù della conoscenza effettuata proprio a Cosenza tra i due, ecco l’intervista.
È sempre corretto scindere il lato umano da quello professionale. Ma, per analizzare in maniera quanto più completa l’operato di un professionista, è doveroso capire anche su quali principi si fonda la sua persona. Lei che tanto bene lo ha conosciuto a Cosenza, quale idea si è fatto di Fabio Caserta?
“Intanto credo di avere conosciuto una persona per bene, corretta, fortemente legata alla famiglia e alle tradizioni che ti legano fortemente alla nostra terra. Caratterialmente introverso che lo porta a esternare una ombrosità che spesso ne condiziona il giudizio. Se noi cosentini siamo “bravi” a esternare tutta la nostra permalosità, lui da reggino si porta dietro la caratteristica principale che è la diffidenza”.
Dopo le due ottimi promozioni conquistate dalla Serie C alla Serie B con Juve Stabia e Perugia, eccolo misurarsi con il campionato cadetto. La prima stagione è stata quella con il Benevento nel 2021-22 chiusa al settimo posto, con tanto di esonero la stagione successiva nel mese di settembre. In quale fascia lo colloca tra gli allenatori cadetti?
“Resto sempre convinto che sia uno dei migliori allenatori emergenti. Ma deve essere più convinto delle sue idee (ormai sta diventando una costante cominciare le stagioni con il modulo che più gli piace, il 4-2-3-1 o 4-3-3 per poi virare al 3-5-2 o 3-4-2-1 alle prime difficoltà) e ha bisogno di un salto di qualità nel suo staff”.
Poi Cosenza, dopo l’amarezza di Benevento. Che io ricordi, credo sia stata proprio quella affidata a Caserta una delle rose più competitive degli ultimi anni dei Lupi. Lei che ricordo ne ha?
“L’esonero è stato immeritato ma ha lavorato in un ambiente difficile, complicato. Il direttore sportivo Gemmi credeva molto in lui, perché lo stimava molto anche come persona. Sì, la squadra era certamente tre le migliori, se non proprio la migliore da quando il Cosenza è tornato in Serie B”
È stato esonerato a marzo, dopo 34 punti conquistati in 29 giornate. Cosa non ha funzionato? In cosa è mancato il mister?
“Un esonero a Cosenza non è una novità, basta vedere quanti ne ha collezionati il presidente Guarascio il quale anche con Caserta si è lasciato condizionare dall’ambiente. Il tecnico ha pagato soprattutto la sconfitta nel derby”.
Poi la ripartenza da Catanzaro. Da cosentino come ha preso questa scelta? Come giudica in generale il lavoro fatto sulla panchina giallorossa?
“Il campanilismo lascia sempre il tempo che trova, da professionista ha accettato una opportunità di lavoro. Complessivamente credo abbia fatto un ottimo lavoro, poi è chiaro che nei playoff spesso sono gli episodi che determinano un risultato”.
C’è un aspetto che caratterizza le sue gesta in Serie B. Parte dalla voglia di comandare il gioco proponendo difesa a quattro e variando in base agli uomini tra 4-2-3-1/4-3-2-1/4-3-3, per poi virare sul più equilibrato 3-5-2. Cosenza, Catanzaro e adesso vedremo come si comporterà a Bari. Questi passaggi repentini sono indice di che cosa? C’è poca convinzione nelle proprie idee?
“Lo dicevo prima: deve credere molto di più nelle sue idee di proporre calcio. Ma oggi avere uno staff tecnico qualificato, di alto livello fa la differenza. E mi dispiace per Fabio ma lui non ce l’ha”.
Il Bari, quest’anno, gli ha costruito una squadra di livello davvero alto. Difficoltà iniziali a parte, dove crede che possa arrivare questa squadra?
“Bari, secondo me, paga anche una situazione ambientale non facile da gestire. E in questo Caserta rischia di andare in crisi, probabilmente per limiti caratteriali che non lo aiutano a isolarsi dalle critiche che gli ruotano attorno”
In un futuro lontano, volendo azzardare un pronostico, lo vede più propenso al salto in Serie A o alla retrocessione in C?
“Ho conosciuto una persona perbene, un ragazzo che merita stima e rispetto. Motivi per i quali gli auguro di potersi confrontare con la Serie A. La C? Ha dimostrato di saper vincere in questa categoria e se mai dovesse capitare, un club ambizioso certamente si affiderebbe a lui”.