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·9 Januari 2025
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Federico Cossato è stato un giocatore del Chievo dei miracoli, rimanendoci 11 anni. Su La Gazzetta dello Sport racconta la sua “seconda vita”, molto lontana dal calcio, in giro per il mondo con il suo camper.
LA NUOVA VITA – «Mi trovo a Lisbona, ma non ho idea di dove sarò tra una settimana. Vado dove mi porta il vento».LIBERTA’ COME INTO THE WILD – «Esatto, anche se mi hanno detto che quel ragazzo alla fine muore in Alaska. Non arriverò fino a lì. Scherzi a parte, ho imparato a conoscere il mondo nella sua purezza. Sono sempre stato un solitario, anche quando giocavo. Gli altri uscivano a cena, io preferivo stare in famiglia. Qualche giorno fa mi sono svegliato di notte e ho visto le stelle. Vivo con poco, amo la natura nella sua essenza più pura. Cercavo pace».ON THE ROAD – «Ero stufo delle falsità, di ascoltare o leggere delle tragedie. Mi sembrava una presa in giro. Così ho parlato con le mie figlie, che mi hanno dato ragione, e poi ho venduto la casa. Ora sto benissimo e coltivo le mie passioni: la fotografia su tutte, ma anche lo skateboard. Ho 52 anni, ma mi diverto come un bambino».IL CALCIO – «Non mi sono mai sentito un calciatore. Non mi è mai piaciuto neanche l’ambiente. Ho giocato più di 200 partite con il Chievo, ma non me la sono mai tirata. Oggi il livello è imbarazzante. Ai miei tempi c’erano Ronaldo, Vieri, Zidane, Maldini, Sheva. Ora chi c’è? Il calcio di oggi mi rattrista, non lo guardo più».BEI RICORDI – «Ho iniziato in seconda categoria, sono arrivato in Serie A e in Coppa Uefa. I miei genitori volevano che studiassi, ma ero un anarchico, così seguii la scia di mio fratello maggiore Michele, anche lui con un grande passato nel Chievo».IL CHIEVO DEI MIRACOLI – «Eravamo più forti dell’Atalanta di oggi, non avevamo paura di nessuno. Se il campionato non fosse stato condizionato da quello che è emerso negli anni successivi, ovvero gli arbitri “comprati” e le partite truccate, forse avremmo vinto lo scudetto. Come il Leicester nel 2016».