Fiorentina Vanoli, avete notato il messaggio nascosto del nuovo mister della viola? La vera svolta parte da qui! Il focus | OneFootball

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·13 November 2025

Fiorentina Vanoli, avete notato il messaggio nascosto del nuovo mister della viola? La vera svolta parte da qui! Il focus

Gambar artikel:Fiorentina Vanoli, avete notato il messaggio nascosto del nuovo mister della viola? La vera svolta parte da qui! Il focus

Fiorentina Vanoli: ieri nella sala stampa del Viola Park è andata in scena la presentazione dell’allenatore viola ecco i momenti chiave della serata

La presentazione ufficiale di Paolo Vanoli al Viola Park arriva in un momento in cui la Fiorentina ha più bisogno di solidità che di promesse. Eppure, paradossalmente, proprio questa sua semplicità, questa chiarezza quasi ruvida, sembra essere l’arma giusta per ripartire. Vanoli non si è nascosto dietro frasi fatte né ha indossato la retorica del “salvatore della patria”. Ha parlato da allenatore vero, consapevole della situazione ma senza paura. E, onestamente, si vede.

La sfida accettata con lucidità: “Non ho paura”

LEGGI ANCHE >>> Vanoli non si è venduto come un visionario o un mago venuto a cambiare la stagione con una bacchetta. Ha detto una cosa più importante: non ha paura. E in un ambiente che in questi mesi ha respirato fragilità, continui cambi di umore e risultati deludenti, sentirlo dire con questa tranquillità non è banale.Ha riconosciuto il peso di Firenze, il ruolo del presidente, il percorso della società. Ha parlato di lucidità, e di lavoro, tanto lavoro.Per me questo è il primo segnale serio: non ha voluto toccare temi facili come il mercato o la preparazione estiva per ripulirsi la coscienza. Ha scelto la via più dura, che però è anche quella più sincera.


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Una mentalità operaia per uscire dal buio

Uno dei passaggi più convincenti è stato quello sulla mentalità. Ha insistito più volte sull’umiltà, sulla compattezza, sul fatto che “siamo qui sotto”. È brutale, ma è vero. E lo dice senza inchiodare la squadra, anzi: mette in chiaro che la chiave di tutto non sarà la tecnica ma l’atteggiamento.La sua idea di “elmetto”, di lavorare a piccoli passi, è molto chiara. Lo si vede anche nella scelta di tornare a marcature più semplici o nella volontà di puntare sulle basi prima di pensare a qualsiasi cambio di modulo.

Ti dico la mia: in un momento così, parlare di identità o di schemi avanzati sarebbe non solo inutile, ma anche controproducente. Vanoli lo sa e dimostra di avere la testa giusta per guidare una squadra impaurita.

Il rapporto con lo spogliatoio e la necessità di ricostruire fiducia

Quando parla dello spogliatoio e di come ha trovato la squadra, Vanoli dà l’impressione di uno che ha capito il punto debole: la paura. Non la mancanza di qualità, non la pigrizia, ma la paura.Dice apertamente che questo gruppo è affamato, ma che proprio questa fame rischia di trasformarsi in frenesia. E qui secondo me tocca un nervo scoperto: la Fiorentina, in questi mesi, ha spesso giocato con il fiato corto mentale, come se quasi temesse l’errore più di quanto desiderasse la vittoria.

A me piace molto il suo invito alla calma, quella calma che non è superficialità ma ordine. L’idea di “non far scappare il Genoa” a Marassi è l’esempio perfetto di quello che intende: non romanticismo, ma concretezza.

I singoli: tra responsabilità e nuove gerarchie

Interessanti anche le sue parole su Fagioli e Gudmundsson. Vanoli è stato diretto: la qualità c’è, ma deve venire fuori con una mentalità diversa.Mi è piaciuta la frase “deve lui capire me, non il contrario”: non è arroganza, è chiarezza. Sta dicendo che non sarà lui ad adattarsi alle insicurezze dei giocatori, ma che dovranno essere loro a salire di livello, a capire cosa serve oggi, non cosa li valorizza di più in teoria.

E sulla convivenza tra Piccoli e Kean non si è nascosto: oggi non è una priorità, oggi conta ritrovare equilibrio, fiducia, gol e soprattutto spirito.

Una rottura col passato senza rancori

Un passaggio molto forte è quello sulla “pagina nuova”. Vanoli non ha rinnegato il lavoro di chi c’era prima, non ha attaccato Pioli né si è messo su un piedistallo.Ha solo detto una verità semplice: se continuiamo a guardare indietro, non ne usciamo.E ha ragione. Questa squadra si porta addosso mesi di delusione, di incomprensioni, di prestazioni fragili. Ma continuare a rimuginare su cosa non ha funzionato significherebbe aggiungere un peso inutile.

Secondo me questo è l’approccio più sano che si potesse chiedere: sereno, pulito, senza polemiche.

Perché le sue parole fanno ben sperare

In conclusione, Vanoli non ha promesso mari e monti. Non ha parlato di rivoluzioni, non ha venduto sogni. Ha parlato di lavoro, di responsabilità, di testa bassa. E lo ha fatto con una sincerità che oggi pesa più di qualsiasi frase ad effetto.Ha dimostrato conoscenza del contesto, rispetto per i tifosi, lucidità tattica e umana.E ti dico, Leo: non so dove arriverà la Fiorentina, ma da queste parole si capisce che almeno si riparte da qualcosa di concreto. E dopo mesi così, era esattamente ciò che serviva.

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