Juventusnews24
·8 Januari 2025
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Il 2025, per Andrei Florea, è iniziato nei migliori dei modi: gol decisivo nella vittoria della Juve Primavera, in rimonta, contro l’Inter. La quinta rete, insieme a cinque assist e una valanga di giocate strepitose, che il talento classe 2005 ha messo a segno in questa stagione: quello appena iniziato, potrebbe essere l’anno della sua consacrazione.
Per conoscerlo meglio, sia dentro che fuori dal campo, Juventusnews24.com ha contattato in esclusiva Piero Panzanaro, allenatore per 11 anni nel settore giovanile bianconero che ha seguito la crescita di Florea durante la sua esperienza a Torino e che oggi siede sulla panchina della Nazionale di Malta.
Partiamo dall’Andrei fuori dal campo: quale è stata la sua prima impressione sul ragazzo?
«Andrei è arrivato alla Juventus quando aveva 10 anni. Era un ragazzino solare, che sprigionava gioia da ogni poro. La cosa più sorprendente è stata vedere come sia riuscito ad entrare in punta di piedi in un gruppo già ben consolidato e di come nel giro di poche settimane sia diventato un leader. Questo grazie al suo carattere, alla sua grande goliardia e all’empatia verso i compagni. Il suo modo di essere così aperto ed espansivo, sia nei confronti degli altri sia verso il calcio, l’ho ritrovato anche successivamente quando ho allenato Andrei con l’Under 16».
Passiamo al campo. Quando ha allenato Florea con l’Under 16, quali erano le qualità più evidenti e quali sono oggi, secondo lei, i suoi punti di forza?
«La sua dote più evidente, secondo me, è la capacità aerobica. È un vero moto perpetuo, sempre in grado di dare continuità alla sua prestazione, una caratteristica che non è comune a molti oltre alla straordinaria facilità con cui riesce a coprire il campo. Senza dubbio possiede grandi qualità e ho avuto l’impressione che quest’anno abbia fatto un ulteriore passo avanti. Io lo incoraggiavo a produrre numeri concreti, perché in passato aveva tanto da offrire in termini di gioco, ma gli mancavano i gol e gli assist che invece, quest’anno, stanno arrivando. Già con l’Under 16 si potevano intuire le sue potenzialità: aveva ancora margini di crescita fisica e strutturale, che ha poi sviluppato nel corso degli anni».
Grazie alla sua qualità e maturità, Andrei può ricoprire più zone del campo. In cosa è cresciuto maggiormente?
«Negli ultimi anni ha acquisito forza e quelle caratteristiche che, a mio avviso, lo rendono un vero tuttocampista. È in grado di giocare in diverse posizioni del centrocampo: davanti alla difesa, come mezzala d’inserimento, grazie alle sue doti di invasore. Inoltre, è migliorato anche nel gioco tra le linee, in una fase più offensiva, arrivando a supportare efficacemente l’attacco sotto punta».
Pensando al futuro, quale ruolo sarebbe il più appropriato per Andrei?
«Se dovessi immaginare Florea tra qualche anno, lo vedrei perfettamente nel ruolo di mezzala pura, anche se naturalmente dipenderà dalle scelte degli allenatori. Ha tutte le caratteristiche per eccellere in quella posizione. Non mi sorprenderebbe, però, se in futuro trovasse la sua collocazione ideale davanti alla difesa, oppure in una zona del campo più avanzata».
La maturità che sta mostrando in questa stagione porta a pensare che Florea sia pronto per il salto in Next Gen…
«La società è stata sicuramente lungimirante nei suoi confronti, decidendo di mantenerlo in Primavera all’inizio di questa stagione. Probabilmente aveva ancora bisogno di questo passaggio per acquisire maggiore sicurezza, ma ora mi sembra che sia pronto per affrontare il prossimo step».
Dalle sue parole mi sembra di capire che segua ancora i suoi ragazzi e la Juve
«Li seguo con continuità. La Primavera di quest’anno è composta per la maggior parte da ragazzi che ho allenato, e quindi la seguo con piacere, sia per passione, essendo un juventino purosangue, sia per osservare i loro progressi».
Sicuramente la creazione di una seconda squadra, aiuta ragazzi anche come Florea per il salto, magari, nel calcio dei grandi. La società mostrato di credere molto nei giovani…
«Per l’ennesima volta, la Juve ha dimostrato grande lungimiranza nelle sue scelte, creando una seconda squadra che consente di far crescere i giovani all’interno del club. Credo che con la nascita della Next Gen ci sia stato un ulteriore salto di qualità e, come spesso accade, la Juve è stata la prima ad anticipare i tempi. I risultati sono evidenti, soprattutto negli ultimi tre o quattro anni, con l’esplosione di tanti talenti. Questo è dovuto anche a un cambio strategico nella gestione societaria, ma alla fine quello conta fino a un certo punto, perché parto dal presupposto che se uno è forte, è forte.
Sono molto contento che tanti giovani abbiano sempre più la possibilità di affacciarsi al calcio dei grandi attraverso un percorso interno. Mi auguro che questo modello continui a funzionare anche nei prossimi anni. Il futuro non può che essere promettente con questo step intermedio tra la prima squadra e la Primavera, un passaggio che, molto probabilmente, è fondamentale per permettere a giocatori come Andrei di fare il salto tra i grandi in modo graduale e penso che sia quasi necessario per la maggior parte dei talenti».
Si ringrazia Piero Panzanaro per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.