Galdi: «Sampdoria, fin qui il bilancio è negativo. Tante delusioni, salvo questo giocatore. Mercato? Ecco cosa serve» – ESCLUSIVA | OneFootball

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·29 Desember 2024

Galdi: «Sampdoria, fin qui il bilancio è negativo. Tante delusioni, salvo questo giocatore. Mercato? Ecco cosa serve» – ESCLUSIVA

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Simone Galdi, giornalista di Telenord e telecronista per Eurosport, ha parlato in eslcusiva ai microfoni di Sampnews24: le sue dichiarazioni

Sta per chiudersi un 2024 molto complicato per la Sampdoria, che nonostante i pronostici della vigilia ha fin qui zoppicato in Serie B. La classifica, in attesa del big match contro un lanciatissimo Pisa, recita 20 punti in 19 giornate, che valgono un 15° posto pericolosamente vicino alla zona retrocessione. Serviranno tanti cambiamenti, anche grazie al calciomercato, per raddrizzare una stagione fin qui deludente. Di questo, e di molto altro, ha parlato Simone Galdi, giornalista di Telenord e telecronista per Eurosport, in esclusiva ai microfoni di SampNews24.

Si chiude il 2024 della Sampdoria, con la squadra fuori dalla lotta promozione e lontana da quelle posizioni in classifica dichiarate come obiettivo di inizio anno. Quale bilancio possiamo tracciare di questa prima parte di stagione?


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«Il bilancio di questa prima parte della stagione della Sampdoria è molto negativo. Non soltanto perché la Samp si ritrova nella parte bassa della classifica di Serie B, ma anche perché sono andate completamente deluse le aspettative di chi poneva fiducia nel nuovo corso firmato Pietro Accardi. Il direttore sportivo sembrava essere arrivato con le idee chiare e le capacità necessarie per far risalire la Samp verso la parte alta della classifica, e quindi giocarsi un posto in serie A. La stessa campagna acquisti sembrava aver portato giocatori di esperienza e con le qualità utili a trascinare i giocatori più giovani o meno dotati tecnicamente. E invece, a conti fatti, ci troviamo con una Sampdoria senza leadership in campo, dopo aver cambiato tre allenatori e con una incapacità cronica di fare proprie le partite. Anche le vittorie arrivate con Sottil sono state sofferte e gli infortuni in difesa hanno fatto emergere tutta la fragilità dell’impianto di questa squadra.»

Ci sono state delle sorprese, in positivo o in negativo, tra i giocatori arrivati in estate?

«Purtroppo non ci sono state sorprese positive in senso stretto, forse si può citare uno dei giocatori all’inizio meno quotati, come Akinsanmiro. Il giovane nigeriano spicca rispetto a tutti gli altri perché dimostra di avere intraprendenza e coraggio, qualità che mancano al resto della squadra, ma difetta di esperienza e lucidità. Semmai le sorprese sono state negative, si vedano il caso Tutino e le difficoltà di Coda e Venuti, o la giostra di portieri.»

Una Samp che fin qui ha stentato in Serie B, e che dovrà cercare di raddrizzare la stagione nei prossimi mesi. Cosa serve a questa squadra, secondo lei, per ripartire?

«A questa squadra serve un nuovo impianto, la cosiddetta spina dorsale: parlo di almeno due centrali difensivi esperti e sani, subito disponibili; due incursori di centrocampo che abbiano corsa, gamba, e poi una punta fisicamente strutturata, il famoso “piano B“ che avrebbe aiutato la Samp in tante partite, di fronte ad avversari chiusi in difesa.»

Pensa che il mercato di gennaio possa portare alla Sampdoria i giocatori necessari? Cosa si aspetta da questa sessione invernale di calciomercato?

«Purtroppo, il mercato di gennaio è una sessione velenosa, dove è difficile portare a casa giocatori di livello e dove quei pochi disponibili vengono fatti pagare a carissimo prezzo. Sulla carta gli investitori, con Matteo Manfredi in testa, vogliono risalire e sanno che questo è fondamentale per il futuro della società, ma sappiamo anche che la Samp viene da due anni di grosse difficoltà economiche, debiti e pendenze che sono finite anche nei tribunali. Questo mercato di gennaio ci dirà se effettivamente il piano di rilancio firmato Manfredi potrà concretizzare la famosa risalita oppure se il futuro della Samp sarà un’altra stagione in serie B (sperando ovviamente che il campionato in corso non veda peggiorare i risultati della squadra). Certo le premesse di questi mesi, e mi riferisco alle scelte societarie, di mercato e tecniche, non sono state le migliori.»

Una domanda sulla Serie A: che idea si è fatto sulla corsa Scudetto di quest’anno?

«Io credo molto nell’Atalanta, perché Gasperini è consapevole che dopo aver conquistato l’Europa adesso è il momento di lasciare un segno in Italia. Lo può fare vincendo anche la Coppa Italia, ma questa Atalanta ha le qualità per giocarsi lo Scudetto. La pretendente favorita però mi sembra l’Inter, che dispone di due squadre titolari e di un allenatore davvero affamato di vittorie. L’incognita possono essere proprio le coppe europee, che magari potrebbero togliere energie a Inter e Atalanta e favorire il Napoli. Al momento di registrare questa intervista non conosciamo il risultato di Lazio-Atalanta, partita che potrà dire molto del futuro dei bergamaschi, anche se la Lazio è matura per dare fastidio lassù in cima alla classifica. Certo dopo la vittoria dell’Inter contro i biancocelesti, la Lazio sembrava aver perso il treno Scudetto.»

Un’ultima domanda sulla Nazionale: come giudica il lavoro svolto da Spalletti in questi mesi, dopo la delusione di EURO 2024?

«La delusione degli Europei, purtroppo, ha segnato molto il lavoro di Luciano Spalletti, che si è ritrovato in Nations League a dover convincere di nuovo tutti di essere stato la scelta giusta come Commissario Tecnico. È vero però che la Nations League è una competizione molto poco sentita, tutta un’altra storia rispetto ai campionati europei o alle qualificazioni ai mondiali di calcio. L’aspetto mentale, psicologico, può fare molto la differenza, come abbiamo visto con l’Italia di Roberto Mancini dopo la vittoria all’europeo del 2021. Lì si era innestato un mix di rilassatezza per il titolo appena conquistato e di fragilità e paura per la precedente eliminazione dal mondiale del 2018 (l’Italia allenata da Ventura). Le prossime qualificazioni ai mondiali ci diranno in maniera precisa se Spalletti sarà l’uomo giusto per la Nazionale dei prossimi 4 anni, ma tutto questo va considerato all’interno di una cornice ben precisa. L’Italia non è più il paese dei talenti calcistici, da noi non nascono più i fuoriclasse come Totti e Del Piero, Baggio e Mancini, Mazzola e Rivera. Siamo un paese dove il talento è sempre più raro, dovremmo puntare su una maggiore organizzazione di squadra per sopperire alle ormai note carenze tecniche.»

Si ringrazia Simone Galdi per la disponibilità e la gentilezza mostrate durante l’intervista.

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