Garbato, ma non troppo – Il Palermo di Dionisi è un manifesto di pochezza, anche con Pohjanpalo | OneFootball

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·17 April 2025

Garbato, ma non troppo – Il Palermo di Dionisi è un manifesto di pochezza, anche con Pohjanpalo

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Quando ho scritto che Joel Pohjanpalo non avrebbe risolto i problemi del Palermo in molti hanno frainteso. Lo dicono i numeri, ma il discorso non sarebbe cambiato se l’impatto fosse stato meno clamoroso: l’attaccante finlandese è un giocatore da Serie A, che in B sposta qualsiasi equilibrio come già dimostrato nelle due precedenti stagioni. Nonostante il suo rendimento e la rinascita di Matteo Brunori, i rosanero tuttavia sono settimi a 5 giornate dalla fine e con un solo punto di margine sul nono posto. Rispetto a fine mercato, si è guadagnata una sola posizione.

La sconfitta col Bari, inquinata anche da un gol annullato che oggettivamente andava convalidato ai siciliani, ha rigettato nel baratro gli uomini di Alessio Dionisi evidenziandone tutti i difetti, compresi quelli ormai cronici dell’allenatore. Pohjanpalo in 9 partite ha fatto 9 gol, eppure i punti ottenuti in questo lasso di tempo sono 15. Non basta un tandem offensivo all’altezza persino del reparto del Sassuolo per competere per il vertice e i fatti lo stanno dimostrando.


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Assistiamo ai soliti cambi disastrosi che abbassano la squadra e ne deteriorano il rendimento, ai soliti cambi di posizione ogni qualvolta c’è un forfait. Filippo Ranocchia non è un play e lo dimostra regalando a Favasuli la palla che porta all’1-0 del Bari, Alexis Blin nonostante intelligenza e temperamento non rende ugualmente da centrale di difesa. Con queste due mosse il Palermo si è reso prevedibile e ha alzato il rischio di errore in entrambe le fasi, con le sostituzioni invece come accade da mesi si è totalmente consegnato agli avversari.

Quando ci sono problemi simili di lettura della partita, di mancanza di fiducia e tranquillità di una parte della rosa e di mancanza d’identità tecnico-tattica non ci sono colpi fantastici che possano sostituire il lungo e duro lavoro necessario per risolvere ciò che non va. La dirigenza rosanero lo sta imparando sulla propria pelle, ma è in generale il mondo del calcio e della Serie B nello specifico a dover accettare questa visione delle cose. Investire, in caso contrario, rappresenterà per la maggior parte delle società più una condanna che un’opportunità.

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