Gazzetta – Inter e Napoli appesi a un punto: scudetto riaperto! Niente panico per Conte, ma Inzaghi ha due squadre in forma… | OneFootball

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·12 Mei 2025

Gazzetta – Inter e Napoli appesi a un punto: scudetto riaperto! Niente panico per Conte, ma Inzaghi ha due squadre in forma…

Gambar artikel:Gazzetta – Inter e Napoli appesi a un punto: scudetto riaperto! Niente panico per Conte, ma Inzaghi ha due squadre in forma…

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si è soffermata sulla lotta scudetto tra Napoli ed Inter.

Gazzetta – Inter e Napoli appesi a un punto: scudetto riaperto! Niente panico per Conte, ma Inzaghi ha due squadre in forma…

Appesi a un punto. Tutto riaperto? Tutto riaperto. Mettiamola così, visto che questi sono tempi tennistici: sprecato un break di vantaggio con il più classico dei braccini e sull’onda di una fatica che ha caratterizzato tutta l’ultima parte della stagione, al Napoli ne resta ancora uno. Se non si fa prendere dal panico (e, va detto, non è consueto che una squadra di Antonio Conte lo faccia), il Napoli conserva un vantaggio, certo più sottile, certo più fragile, ma pur sempre un vantaggio. Ha ancora il destino nelle proprie mani, anche se non può più permettersi di lasciare per strada punti tra la sfida di Parma (che ha fermato l’Inter e battuto la Juve, per dire) e quella col Cagliari. Vista da Napoli, la gara di ieri non potrà non insinuare qualche dubbio. Però si può ancora fare, nulla è compromesso, ammesso che la testa resti fredda. A questo punto conta solo questo.


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D’altra parte, l’Inter è attesa dalla complicata pratica Lazio (in piena lotta Champions) e sarà costretta a rivedere tutti i suoi piani di gestione. Inzaghi e il suo staff hanno davanti notti di studio: energie e forze dei più logori e dei più acciaccati andranno gestite con il bilancino del piccolo chimico. Bisogna tenere poi in conto che il problema per mesi è stato che l’Inter ha giocato ogni tre giorni: ora giocherà ogni sei-sette e a questo punto (in meglio) può fare tutta la differenza del mondo. Vista da Milano, la gara di ieri però ha lasciato buone indicazioni. Qualche numero: nella formazione iniziale dell’Inter a Torino, nove titolari su undici erano diversi da quelli schierati col Barcellona e quattro non avevano giocato nemmeno per un minuto. Non pochi, considerato che martedì Inzaghi ha utilizzato diciassette giocatori. Una semplice somma permette di dire che l’Inter ha veramente due squadre, fuor di ogni retorica. Il primo gol lo segna Zalewski (uno di quelli rimasti in panchina nella semifinale di Champions) e si tratta del diciannovesimo diverso marcatore dell’Inter in stagione (record). Quindi due squadre, e pure di gente che incide. Inutile dire – è già stato scritto – che questo rischia di ingigantire i rimpianti. Di sicuro, oggi è quello che concede all’Inter di restare ancora in vita, di mettere pressione al Napoli, che va in campo col Genoa vedendo un fastidioso, per quanto momentaneo, aggancio in classifica e finisce per giocarsi il bonus a disposizione.

La seconda considerazione, magari un po’ banale, ma capace di spiegare molto più dei numeri perché riguarda l’animo umano, è che vincere fa proprio bene. I nerazzurri giocano con la leggerezza di chi è sicuro di sé, sicurezza che ha finito per contagiare tutte le seconde linee (Taremi ha giocato bene, Zalewski è stato il migliore in campo, Martinez ha fatto una parata alla Sommer) che palleggiano con efficacia contro un buon Toro anche sotto la grandine e nelle pozzanghere fin quando l’arbitro non sospende la gara e inizia un’altra partita. Quando finisce la bufera, i nerazzurri hanno raccolto un altro gol su rigore (ancora Asllani, come contro il Verona) e fatto entrare quattro titolarissimi, in tre casi per sostituire compagni ammoniti, secondo la regola inflessibile di Inzaghi, ieri più calmo, forse annacquato dalla pioggia, e anche più creativo (Zalewski mezz’ala). Alla fine gli eroi di coppa subentrati saranno cinque con l’ormai iconico Acerbi a chiudere il cerchio delle sostituzioni. Una partita consapevole. Della propria forza, ma anche del momento. Il messaggio è chiaro: primum gestire, poi filosofare. L’Inter vuole stare in gioco fino all’ultimo giorno di campionato. Quello che si è visto ieri è che ha le risorse e soprattutto il morale per farlo. Un punto solo di scarto può anche alimentare qualche rimpianto perché le occasioni gettate al vento sono state tante (tra Bologna e Roma uno doveva essere fatto). In ogni caso, anche dovesse vedere il Napoli festeggiare, lo farà con meno amarezza, perché almeno fino al 31 maggio c’è un sogno più grande da cullare. Intanto, restiamo alle certezze: incassata ieri quella del secondo posto, l’Inter si assicura anche la Supercoppa italiana (e un altro derby con il Milan). Non meno appassionante è la lotta per la fondamentale (per le società) zona Champions: occhi puntati su Atalanta-Roma. Se Ranieri (favorito dalla somiglianza col Santo Padre) dovesse continuare nei miracoli, a rischiare tantissimo sarà la Juventus. E sarebbe un fallimento grande.

Carlo Gioia

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