Cagliarinews24
·20 Januari 2025
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In un’intervista rilasciata a Il Messaggero, Renato Copparoni, ex portiere del Cagliari, ha raccontato alcuni aneddoti sulla leggenda rossoblù Gigi Riva, sottolineando la sua straordinaria abilità in campo e il legame con la Sardegna.
SPETTACOLO – «Alla fine dell’allenamento, Riva rimaneva per tirare in porta. Tirava delle botte micidiali, non si risparmiava. Non c’erano i guanti, paravamo a mani nude. Finito l’allenamento dovevo correre sotto il rubinetto dell’acqua fredda, avevo le mani rosse e gonfie… Vederlo in campo era uno spettacolo: la sua forza era quella di continuare ad allenarsi, per affinare la tecnica. Gli ho visto fare di tutto: arrivavano i cross e sparava, o palo o rete, non sbagliava quasi mai, o anche su punizione. Con i palloni di adesso farebbe cinquanta gol a campionato, non esagero».
DIGIUNO – «Quando non segnava: il gol era tutto per lui. Se stava a digiuno due o tre domeniche, bisognava stargli alla larga. Diventava irascibile».
JUVENTUS – «Mi disse che a Torino non sarebbe stato libero. “Renato – mi diceva – avrei avuto sempre il fucile puntato”. Mi raccontò la visita di Agnelli, a Villa Sassi quando erano in ritiro con la Nazionale: “Mi voleva a tutti i costi, mi disse: questo è l’assegno, scriva lei la cifra. So del suo legame con la Sardegna, le metto a disposizione il mio aereo privato per andare a Cagliari dopo le partite e per tornare”. Non andò perché solo in Sardegna si sentiva libero».