OneFootball
Alessandro De Felice ·19 Juni 2025
In partnership with
Yahoo sportsOneFootball
Alessandro De Felice ·19 Juni 2025
L’esordio di Simone Inzaghi sulla panchina dell’Al-Hilal è stato tutto fuorché anonimo.
Di fronte al Real Madrid, nel prestigioso palcoscenico del Mondiale per Club, il tecnico italiano ha chiuso il match sull’1-1, mostrando subito carattere, idee di gioco e quel temperamento che ha sempre contraddistinto la sua carriera in panchina.
Una prestazione che ha avuto un protagonista anche fuori dal campo: lui stesso, immortalato dalla “Inzaghi-cam”, versione saudita della celebre “Demone Cam” vista ai tempi dell’Inter.
Un match che ha subito regalato emozioni. Al 17', il Real Madrid ha trovato il vantaggio con Gonzalo Garcia, ma l’Al-Hilal ha risposto poco dopo grazie a un rigore conquistato da Marcos Leonardo e trasformato con freddezza da Ruben Neves.
Entrambe le reti sono arrivate nel primo tempo, ma è stato l’atteggiamento della squadra saudita – compatta, organizzata, reattiva – a sorprendere di più. Merito del lavoro di Inzaghi, che ha saputo imprimere in pochi giorni un’identità chiara alla sua nuova squadra.
Uno degli aspetti più curiosi della serata è stato l’approccio comunicativo dell’allenatore piacentino. Arrivato da pochissimo in Arabia, Inzaghi non ha perso tempo e ha utilizzato l’italiano per dare indicazioni ai suoi uomini, affidandosi poi al linguaggio del corpo, alla mimica e – nei momenti cruciali – all’interprete.
Frasi come “Dobbiamo scappare indietro se perdiamo la palla” sono state intercettate chiaramente dai microfoni a bordo campo, segno di una presenza costante e viscerale.
Con giocatori come Koulibaly e Cancelo – entrambi con esperienza in Serie A – il messaggio è passato con efficacia, diventando il tramite tra Inzaghi e il resto del gruppo. Un’integrazione ancora in fase iniziale, ma che promette bene.
A rubare la scena è stata però la “Inzaghi-cam” di DAZN, con le riprese costanti del tecnico in panchina: gesticolazioni furiose, grida, rincorse fino al limite dell’area tecnica.
Simone Inzaghi è stato più volte pizzicato fuori zona, specie nel finale quando l’Al-Hilal ha dovuto difendersi con il coltello tra i denti dagli ultimi assalti del Real Madrid.
Emblematico il momento in cui ha abbracciato da dietro il quarto uomo, implorando il fischio finale dopo il rigore parato da Bono su Valverde.
Se il contesto è diverso, lo stile resta fedele alle sue radici. Inzaghi ha debuttato con un 4-2-3-1 – una novità rispetto al consueto 3-5-2 – ma ha comunque mantenuto tratti riconoscibili: costruzione palla a terra, ricerca del fraseggio rapido nello stretto e transizioni veloci.
Milinkovic-Savic e Ruben Neves hanno dato equilibrio in mediana, mentre Marcos Leonardo ha rappresentato una spina costante per la retroguardia madrilena.
Nel secondo tempo, complici i cambi e il calo di ritmo, l’Al-Hilal si è affidato maggiormente alla solidità difensiva, chiudendo bene gli spazi e limitando le occasioni del Real. Il rigore parato da Bono è stata la ciliegina su una prestazione che lascia ben sperare per il futuro.
L’esordio di Simone Inzaghi all’Al-Hilal non ha tradito le attese: non solo per il risultato, ma per l’energia trasmessa alla squadra.
Il pubblico saudita ha avuto subito un assaggio del suo stile, tra intensità e cuore, tra strategia e istinto. E se questo è solo l’inizio, la “Demone Cam” avrà ancora molte pagine da scrivere.
📸 Megan Briggs - 2025 Getty Images