Italia Mondiali, la calcolatrice non basta più, ora serve un’impresa di cuore e sudore: per l’Italia di Gattuso sei finali da vincere, l’incubo playoff e il fantasma di Haaland | OneFootball

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Calcionews24

·16 Juni 2025

Italia Mondiali, la calcolatrice non basta più, ora serve un’impresa di cuore e sudore: per l’Italia di Gattuso sei finali da vincere, l’incubo playoff e il fantasma di Haaland

Gambar artikel:Italia Mondiali, la calcolatrice non basta più, ora serve un’impresa di cuore e sudore: per l’Italia di Gattuso sei finali da vincere, l’incubo playoff e il fantasma di Haaland

Le ultime sulla situazione dell’Italia per la qualificazioni ai Mondiali 2026 dopo la nomina di Gattuso come nuovo ct. I dettagli

«Sarà difficile». Le prime parole di Gennaro Gattuso al presidente Gravina dopo aver visto il cammino che attende la Nazionale non sono state di circostanza, ma una fotografia lucida della realtà. La luna di miele per il nuovo Commissario Tecnico è già finita. Ora non è più tempo di sogni o progetti, ma di punti. Brutti, sporchi, sofferti, ma necessari. L’obiettivo minimo ha un nome che evoca recenti traumi: playoff. Ma la speranza, finché la matematica non la condanna, è quella di un primo posto che oggi appare come una scalata himalayana. La strada è tracciata e non ammette errori: da qui a novembre, per l’Italia, saranno solo finali.La situazione nel Gruppo I è a dir poco allarmante. Attualmente terzi con soli 3 punti in due partite, gli Azzurri vedono la Norvegia di Erling Haaland volare a punteggio pieno con 12 punti in quattro gare. Persino Israele ci precede, anche se con una partita in più. Il dato più preoccupante, però, è la differenza reti, primo criterio in caso di arrivo a pari punti. Mentre la Norvegia vanta un robusto +11, l’Italia è in negativo, a -1. Un divario di dodici gol che pesa come un macigno sul nostro futuro. Il calendario ci offre sei partite per ribaltare il destino: a settembre affronteremo Estonia in casa e Israele su campo neutro; a ottobre le sfide di ritorno contro le stesse avversarie; a novembre, la chiusura con la Moldavia in trasferta e il gran finale, il 16 novembre, contro la Norvegia, con ogni probabilità a Roma.L’obiettivo è uno e uno solo: vincere tutte e sei le partite. Conquistare 18 punti significherebbe arrivare allo scontro diretto con la Norvegia a quota 21. Nello scenario peggiore, ma realistico, anche Haaland e compagni le avranno vinte tutte, presentandosi a Roma con gli stessi 21 punti. A quel punto, quella partita non basterebbe vincerla: bisognerebbe stravincerla, cercando di colmare l’enorme gap nella differenza reti. Una missione quasi impossibile, che rende il primo posto un miraggio.Di conseguenza, è fondamentale analizzare i possibili scenari.

  • Primo posto: Qualificazione diretta ai Mondiali. Per sperare di essere testa di serie al sorteggio, dovremmo rientrare tra le prime nove nazionali europee nel ranking FIFA, una posizione da cui siamo appena scivolati.
  • Secondo posto: Accesso ai playoff. Questo è l’obiettivo realistico, ma anche quello che fa più paura, ricordando le tragedie sportive contro Svezia e Macedonia del Nord. Ai playoff accedono le 12 seconde classificate e 4 squadre ripescate dalla Nations League. Essere testa di serie in questo mini-torneo, grazie a un buon ranking, sarebbe cruciale per evitare gli avversari più temibili.
  • Dal terzo posto in giù: Eliminazione diretta. Esisterebbe un’ultima, flebile speranza legata al ripescaggio tramite la Nations League. Tuttavia, non avendo vinto il nostro girone, partiamo da una posizione di svantaggio, con ben 14 nazionali che ci precedono in questa speciale classifica. Molte di queste si qualificheranno, liberando posti, ma affidarsi a questo meccanismo sarebbe come giocare alla lotteria con il nostro futuro.A complicare il tutto c’è la recente scivolata nel ranking FIFA, da nona a decima nazione al mondo. Una posizione persa che può sembrare un dettaglio, ma che ha un peso specifico enorme. Essere fuori dalla top 9 europea al momento del sorteggio (sia per i playoff che per l’eventuale fase finale) significa rischiare un cammino ancora più impervio. La strada, dunque, è segnata. Servirà un’impresa sportiva, un filotto di vittorie convincenti per alimentare la speranza del primo posto e, soprattutto, per assicurarsi un piazzamento da secondi che ci dia le migliori condizioni possibili per affrontare i playoff. L’Italia di Gattuso è chiamata a una reazione immediata, feroce e senza calcoli.
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