Juve Udinese, Chiara Aleati centra il punto: «Atteggiamento giusto, ma c’è una domanda che non può non sorgermi spontanea» – VIDEO | OneFootball

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·30 Oktober 2025

Juve Udinese, Chiara Aleati centra il punto: «Atteggiamento giusto, ma c’è una domanda che non può non sorgermi spontanea» – VIDEO

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Juve Udinese, Chiara Aleati così sulla vittoria: la squadra ha reagito con le sue forze e l’atteggiamento giusto, ma c’è un problema

La Juventus ritrova la vittoria, batte 3-1 l’Udinese e scaccia, almeno per una notte, i fantasmi della crisi. Ma il successo ottenuto sotto la guida ad interim di Massimo Brambilla non spegne il dibattito, anzi, accende interrogativi ancora più profondi sulla squadra. È questa l’analisi spietata di Chiara Aleati che, commentando il match, ha puntato il dito non tanto sull’ex tecnico Igor Tudor, quanto sull’atteggiamento dei giocatori, apparsi trasformati solo dopo il cambio in panchina.


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Aleati: una reazione “a scoppio ritardato”

Secondo l’analisi della giornalista, la prestazione di ieri sera ha mostrato una Juve diversa, finalmente presente in campo con la testa e con la grinta. Ma la domanda che sorge spontanea è: perché solo ora? Perché questo atteggiamento non si è visto prima, quando la squadra stava sprofondando in una crisi di risultati?

L’APPROCCIO GIUSTO – «Io mi chiedo come mai questo atteggiamento non si sia visto prima. Comprendo che quando ci sono delle situazioni non particolarmente positive e si entra in un mood negativo, diventa complicato poi scendere in campo e fare bene. Quello che però noi chiedevamo anche nelle settimane scorse non era tanto fare bene, ma era almeno approcciare ed entrare in campo e avere nell’arco dei 90 minuti un atteggiamento di un certo tipo»

UN ATTEGGIAMENTO RITROVATO – «L’atteggiamento che si è visto oggi perché può poi piacere o non piacere la prestazione della Juventus di questa sera con l’Udinese, ma quello che è evidente è che la Juve ha approcciato questa partita nella maniera giusta»

Chiara Aleati: una reazione nata senza i tifosi

Chiara Aleati ha poi sottolineato un aspetto cruciale: la reazione della squadra è arrivata in un contesto ambientale difficile, con uno stadio silenzioso e critico, a dimostrazione che la scossa è partita unicamente dal gruppo.

LA REAZIONE DELLO SPOGLIATOIO – «La Juve ha affrontato questa squadra nel silenzio tombale dello Stadium, che ha alzato la voce solo nel momento dell’uscita dal campo alla fine del primo tempo con i fischi. E poi ha rialzato la voce per Vlahovic, ma non ha mai realmente sostenuto la squadra, Non so se per una scelta, per una questione di protesta nei confronti degli ultimi risultati che sono arrivati, ma è stata una squadra che ha reagito caratterialmente e mentalmente proprio con le sue forze, Non grazie poi al trascinamento di altre situazioni o dei tifosi.»

Aleati: l’affondo sulla squadra, “non si può cambiare allenatore ogni volta”

L’analisi della giornalista si chiude con l’affondo più pesante, quello rivolto ai giocatori. La rosa bianconera non è scarsa, ma ha un problema mentale. E se per avere una reazione caratteriale serve ogni volta un esonero, allora il problema è cronico e non si risolverà mai.

IL VERO PROBLEMA – «Quindi la mia domanda è alla squadra. Io ho sempre detto che secondo me la Juventus non ha una rosa scarsa. Il discorso mentale esula dal modulo e da come scendi in campo. è proprio un approccio alla partita che stasera si è visto. E allora la mia domanda alla squadra è ma perché non farlo anche nelle altre partite? Poi magari le avremmo perse lo stesso. Ma per uscire dai momenti di difficoltà c’è bisogno per forza della parte mentale e della reazione caratteriale che non deve passare per forza dall’esonero di un allenatore che in questo caso era inevitabile. Perché se tutte le volte che deve arrivare una reazione mentale e caratteriale di una squadra in un momento di difficoltà, bisogna mandare via l’allenatore per far reagire la squadra. E allora bisogna cambiare dieci allenatori all’anno».

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