Koulibaly: «Ecco perché ho lasciato l’Europa. Vi racconto cos’è davvero il calcio arabo. Napoli, ti amo. La mia Academy per il Senegal. Con Inzaghi parliamo dell’Inter…» | OneFootball

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Calcionews24

·3 September 2025

Koulibaly: «Ecco perché ho lasciato l’Europa. Vi racconto cos’è davvero il calcio arabo. Napoli, ti amo. La mia Academy per il Senegal. Con Inzaghi parliamo dell’Inter…»

Gambar artikel:Koulibaly: «Ecco perché ho lasciato l’Europa. Vi racconto cos’è davvero il calcio arabo. Napoli, ti amo. La mia Academy per il Senegal. Con Inzaghi parliamo dell’Inter…»

Koulibaly: «Napoli, ti amo. Ecco perché ho lasciato l’Europa. Con Inzaghi parliamo dell’Inter…». Le parole del difensore senegalese

Un leone dal cuore d’oro, un campione che ha trasformato i successi della sua carriera in un’opportunità per restituire qualcosa alla sua Africa. Kalidou Koulibaly non è solo un difensore, ma un uomo con una missione. Lontano dai riflettori europei, nella sua nuova vita all’Al-Hilal, non ha mai smesso di guardare al futuro, quello dei “piccoli leoni” della sua Mbarody Football Club, un’Academy appena inaugurata in Senegal per togliere i ragazzi dalla strada e trasformarli in “uomini con la U maiuscola”. Ma il suo sguardo è sempre rivolto anche al passato, a quel Napoli che gli è rimasto nel cuore e che, a suo dire, ha tutte le carte in regola per stupire ancora. A La Gazzetta dello Sport, “KK” si racconta, un ruggito dolce che unisce l’impegno sociale, l’amore per il calcio e un sogno, quello di un mondo senza razzismo.

IL SENEGAL – «Quando sono venuto in Arabia Saudita, ho pensato soprattutto alla possibilità di investire per regalare al Senegal e all’Africa qualcosa di ciò che ho ricevuto. L’Academy è stata il desiderio di sempre mio e di mio fratello Amadou, era un anno e mezzo che volevamo questo momento. Speriamo di poter rappresentare la locomotiva del futuro. Abbiamo visto tremila ragazzi, siamo stati in 18 città, arrivando sino in Gambia. Ne abbiamo scelti sedici. Offriamo alloggi, vestiti, le lezioni a scuola, controlli medici e in cambio chiediamo solo rispetto».


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NAPOLI – «Amo tutti i club che mi hanno accolto e regalato soddisfazioni ma Napoli di più, ha un posto speciale per me. Sono felicissimo per i due scudetti, testimoniano la capacità della società nel restare tra le grandi. E penso che pure quest’anno possa farcela, De Laurentiis e Conte hanno posto le condizioni per riprovarci e riuscirci. Certo, le avversarie non mancano, c’è l’Inter, poi anche il Milan e la Juventus, ma se prendi una leggenda del calcio come De Bruyne, vuol dire che hai intenzioni grossissime».

SIMONE INZAGHI – «Lui sa che tifo Napoli, ovviamente. Persona splendida e allenatore di livello, con la storia che lo racconta in pieno con le due finali di Champions e uno scudetto con l’Inter, con ciò che ha realizzato alla Lazio. Parliamo tanto, ovviamente in italiano. E ha uno staff preparatissimo, mi trovo benissimo».

HA LASCIATO TROPPO PRESTO L’EUROPA – «Non ho rimorsi per la mia carriera e sono soddisfatto di essere venuto in Arabia Saudita. All’estero c’è una percezione sbagliata su questo calcio. Al Mondiale per Club, abbiamo fatto bella figura e Inzaghi m’è parso contento delle nostre prestazioni».

ALBIOL – «Mi ha reso il calciatore che sono e non smetterò mai di dirgli grazie, di volergli bene. Un professionista esemplare».

AVREBBE POTUTO GIOCARE CON OSIMHEN – «C’è stato modo di sentirci, gli ho illustrato con franchezza la nostra realtà in Arabia Saudita, gli ho spiegato che c’è una visione limitata o distorta del nostro torneo. Mi ha spiegato che Istanbul ha accolto con entusiasmo lui e la sua famiglia, che ci sono ambizioni forti. Ha fatto la sua scelta. Gli auguro il meglio».

LE SUE BATTAGLIE CONTRO IL RAZZISMO HANNO LASCIATO IL SEGNO – «Prego affinché il fenomeno sparisca del tutto. È una malattia che va combattuta assieme. Mi pare che ci siano sempre meno episodi e dunque che siano stati fatti passi in avanti. La gente deve capire che il calcio è amore non odio».

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