La Fiorentina di Pioli ha già una fisionomia chiara | OneFootball

Dalla Fiorentina di Stefano Pioli ci aspettiamo molto, e forse proprio per questo abbiamo deciso di fare un passo di lato, guardandola anche con un filo di scetticismo. Due delle tre hot take che le abbiamo dedicato sono infatti note agrodolci: la prima riguarda Albert Gudmundsson, giocatore attorno a cui c’è grande fermento ma che continua a non convincerci in toto; la seconda la difesa, reparto che avrebbe forse bisogno di un innesto con caratteristiche diverse da quelle già presenti in rosa.

Il mercato viola non è ancora chiuso e probabilmente arriverà un rinforzo per reparto, ma è difficile immaginare cambiamenti radicali in equilibri che, al momento, sembrano già ben delineati.

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La Fiorentina sembra aver già trovato un’identità chiara

Il 3-4-2-1 viola ha assunto una fisionomia chiara, lontana dall’improvvisazione della scorsa stagione, quando la ricerca della palla lunga su Kean sembrava essere l’unico schema. Ora la manovra sembra più già fluida, con portiere o centrale a impostare, e trova subito il sostegno dei centrocampisti, rapidi nell’alzare la pressione. Ne esce un possesso più ordinato, capace di dare ritmo e profondità.

Gudmundsson, aspettative alte ma fiducia limitata

Lo scorso anno ha deluso le attese, apparendo meno esplosivo rispetto alla versione ammirata a Genova e con un passo più compassato, anche per via di qualche infortunio di troppo. Il ruolo scelto da Pioli ricalca quello visto con Palladino: giocatore di raccordo, insieme a Fagioli e Dzeko a guidare la manovra viola. Non lo vediamo come uno scorer, anzi, e temiamo possa essere il primo sacrificato dalla metà campo in su se servirà più fisicità, con Ndour o Richardson pronti a prenderne il posto.

De Gea è una garanzia, la difesa un po’ meno

De Gea è probabilmente il miglior portiere della Serie A tra i pali e lo scorso anno ha tenuto a galla la Fiorentina con interventi decisivi, soprattutto nel filotto di vittorie dell’andata. Ma Pioli ama difese alte e aggressive, esponendo la squadra alle ripartenze: potrebbero incassare qualche gol di troppo (lo scorso anno la Viola ha chiuso come sesta difesa con 41 reti subite) e restano vulnerabili sui piazzati.