Kickest
·29 Oktober 2025
La new wave dei terzini italiani sembra già pronta per la Premier League

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·29 Oktober 2025

Come una catapulta! direbbe Herbert Ballerina di fronte alle rimesse laterali di Michael Kayode, laterale destro del Brentford e della nazionale Under 21 italiana. Il classe 2004 ha conquistato il pubblico inglese grazie a lunghe gittate e prestazioni di spessore, come l’ultima, da MVP, in casa contro il Liverpool (qualche dato rilevante: 2 passaggi chiave, 2/2 dribbling riusciti, 100% di duelli vinti). Il Brentford ha creduto in lui e lo ha riscattato dalla Fiorentina per circa 17,5 milioni. Perché Kayode è perfetto per la Premier League: non ha una tecnica pulita ma può contare su un fisico statuario, corsa, intensità. Insomma, un ottimo sistema aerobico.
Non è l’unico, non è il primo. Il paziente zero di questa nuova ondata di esterni bassi italiani “da Premier” potrebbe essere Destiny Udogie, che ci sembra di conoscere da tanto tempo ma che rimane, pur sempre, un 2002. Udogie – attualmente alle prese con un infortunio al ginocchio – è ormai titolare stabile nel Tottenham mentre il minutaggio in maglia azzurra resta limitato, chiuso dalla presenza di Dimarco. Ma la “vecchia” generazione (quella dei Dimarco, Cambiaso, Di Lorenzo…), definita da un approccio centrato sull’aspetto tecnico-tattico più che da una vicinanza anagrafica, potrebbe essere prossima alla scomparsa.
Oltre ai già citati Kayode e Udogie, in Serie A si sta costruendo un nome Marco Palestra, 2005 in prestito al Cagliari dall’Atalanta. Palestra non è soltanto veloce e ben piazzato (186 cm di altezza), ma usa con ugual destrezza entrambi i piedi ed è il calciatore italiano con più dribbling completati (12 in 7 gare). L’Italia sta diventando prima produttrice di terzini con caratteristiche da Premier League: pensiamo al 2006 Niccolò Fortini (Fiorentina) o ai 2005 Davide Bartesaghi (Milan) e Riyad Idrissi (Cagliari).
Il calcio si muove, si trasforma, così come i suoi protagonisti. In breve tempo sarà il regno dei giocatori completi, quelli dotati di grande forza fisica e ad alta intensità. L’Italia ha cominciato dalle corsie laterali. Poi, si spera, verrà il resto.









































