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·2 Oktober 2025

La Russa: «Abbattere San Siro un errore: il futuro sindaco lo salvi»

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L’approvazione della delibera per la vendita di San Siro, con aree limitrofe di interesse, a Inter e Milan ha sollevato, oltre alle polemiche politiche interne al Comune di Milano, anche diverse proteste sul prossimo abbattimento del Meazza da parte di persone note o meno.

Uno degli esponenti più di spicco che si è sempre battuto in maniera pubblica per il mantenimento dell’iconico stadio milanese è il presidente del Senato, e grande tifoso interista, Ignazio La Russa. «La prima volta che ci sono andato ero bambino e non c’era il terzo anello – racconta la seconda carica dello Stato all’edizione odierna del La Repubblica –. Mi fece la stessa impressione che fa sui bambini il primo albero di Natale, restai a bocca aperta. Milano è ricordata nel mondo per San Siro e per la Scala, il Duomo ce l’hanno tutte le città. E questo spiega anche il dibattito di queste settimane».


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In Consiglio comunale la delibera è passata con 24 voti a favore, un quorum insufficiente se non fosse stato per l’abbandono dell’Aula da parte di Forza Italia, che insieme a Fratelli di Italia (partito a cui appartiene La Russa) e Lega forma l’opposizione di centrodestra a Palazzo Marino. «Esco dal riserbo a cui mi sono attenuto finora perché ho visto delle ricostruzioni completamente artefatte – commenta La Russa –. La più grossolana è che Forza Italia sia stata decisiva e che noi non volessimo lo sviluppo della città. Forza Italia è stata certamente decisiva nel rompere l’unità del centrodestra, non lo è stata nell’approvazione della delibera, che è finita 24 a 20. I membri di FI – a sua volta divisa al suo interno – che sono usciti dall’aula sono stati tre. Se la matematica non è un’opinione, sarebbe comunque finita 24 a 23 a favore di Sala. È stato quindi un gesto inutile per quanto riguarda la questione stadio, ma decisivo nel consentire a Sala di rimanere in sella, con riflessi su tutto il piano urbanistico che conosciamo».

Sui motivi: «Non so se è stato per propaganda e per dire di essere quelli che hanno sbloccato questa situazione che andava avanti da anni. Forse hanno dato una risposta a quella corrente di pensiero più propensa a una linea “urbanistica”, chiamiamola così. Del tutto lecita eh, sia chiaro. Una decisione che però definisco sbagliata nei modi, perché Forza Italia sa benissimo che, mentre loro e la Lega sostenevano apertamente il no alla delibera, Fratelli d’Italia stava valutando la possibilità, purché fosse comune a tutto il centrodestra, di lasciare l’aula. Non per favorire Sala, ma perché volevamo lasciare solo nel campo della maggioranza la frattura. Così avremmo potuto dire: il sindaco non ha una maggioranza, si deve dimettere. La Lega era per il no ma aveva aggiunto: se tutto il centrodestra esce dall’aula, valutiamo di uscire anche noi. La mossa a sorpresa di Forza Italia ha bloccato questo percorso».

Sull’abbattimento di San Siro: «Quando Moratti, che della vicenda si è occupata tardi e male, dice che sono contente Inter e Milan deve sapere che le società sono contente del nuovo stadio. Ma noi da sempre abbiamo sostenuto l’indispensabilità del nuovo stadio, non era su quello lo scontro ma sull’abbattimento di San Siro. Ho persino presentato un piano fatto da architetti sulla possibilità di costruire, anche accanto a San Siro, un altro stadio. Una possibilità che resta in piedi. Infatti, una volta costruito il nuovo stadio, quando magari ci sarà una nuova giunta che possa garantire i giusti diritti acquisiti dalle società, sarà davvero necessario abbattere San Siro? Chi vivrà vedrà».

Sul futuro dell’amministrazione milanese: «Sul candidato del centrodestra non ho preclusioni. Un civico va bene ma deve dimostrare di essere già noto, altrimenti si fa più fatica. Per vincere ci vuole un candidato che attragga parte dei voti di centrosinistra – ma non di sinistra – direttamente su di sé, oppure un sindaco politico, affiancato da un vicesindaco e qualche assessore scelti in un’area civica non di centrodestra».

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