DirettaFanta
·20 September 2025
Lazio, Sarri: “Il derby si gioca per vincere. Rovella è da valutare, Castellanos è recuperabile. Su Pedro…”

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·20 September 2025
La Lazio si prepara ad affrontare la Roma nel derby di Roma. Maurizio Sarri ha presentato la sfida in conferenza stampa.
Il lunch match di domenica 21 settembre avrà un sapore speciale, specialmente per laziali e romanisti: andrà in scena infatti il 185° derby della Capitale che vedrà scontrarsi la Lazio di Maurizio Sarri e la Roma di Gian Piero Gasperini. Entrambe le squadre vengono da una sconfitta a sorpresa per 1-0 e puntano a riscattarsi. Vincere il derby può rappresentare una vera e propria svolta per il morale di una delle due squadre e le due compagini ce la metteranno tutta. Alla vigilia di quella che promette di essere una sfida avvincente, il tecnico dei biancocelesti ha presentato così la gara in conferenza stampa.
Quali sono le sue emozioni? Come sta la squadra? “Le emozioni devono rimanere le stesse: è una partita particolare, estremamente sentita. Penso che queste siano tra le partite più sentite in Europa, uno dei derby più intensi e seguiti al mondo. Quindi, per forza di cose, le emozioni, così come il livello di adrenalina, sono molto alti. Gli acciaccati non lo so. Castellanos sembra essere più avanti, sembra recuperabile. Rovella lo valutiamo oggi. Per il resto, gli altri infortunati sono sempre fuori, forse. Per quanto riguarda Patric, ieri ha fatto una parte dell’allenamento con la squadra, quindi potrebbe essere in panchina, ma in un ruolo più simbolico che effettivo”.
Dele-Bashiru come sta? “Il controllo è assolutamente negativo. Oggi si dovrebbe allenare il piano e dovrebbe essere dentro”.
Sacchi dice che fisicamente la Roma è più avanti… “Le squadre di Gasperini sono sempre le squadre fisiche e aggressive che ti creano un migliorare di difficoltà, quindi è una valutazione abbastanza corretta e chiaro che bisognerebbe essere su altissimi livelli tecnici per mandare a vuoto questo livello d’aggressività”.
La Roma secondo lei è favorito? “Non mi importa niente, il derby è una partita fra due popoli e dal punto di vista sportivo si odiano e quindi io voglio solo che la mia squadra favorita o non favorita vada dentro e lotti per il proprio popolo. Poi chi è favorito non mi interessa, l’obiettivo è quello che noi dobbiamo, lottare per il nostro popolo. 95-100 minuti, altrimenti sarà lunga la partita, a 35 gradi penso, perché dentro allo stadio ci saranno 35 gradi. Non mi importa di niente”.
Cosa chiede in particolare alla sua squadra? “Domenica gli avversari si aspettavano un blocco difensivo abbastanza basso e noi abbiamo giocato contro questo blocco, andando poco a cercare di giocarci dentro. È chiaro che così fai fatica a diventare estremamente pericoloso. La partita ha dato la sensazione di essere sempre sotto controllo, perché i periodi difensivi non c’erano. Però poi si ha la sensazione che la squadra faccia il compitino invece di cercare di vincere ogni duello. Bisogna avere più coraggio nelle scelte, andare a giocare dentro e rendersi conto delle nostre caratteristiche. Noi siamo una squadra che deve attaccare gli spazi e non stare a palleggiare in una zona di campo troppo ampia. Quindi ho chiesto questo e stiamo lavorando su questo”.
Che differenza c’è tra preparare il derby rispetto alle altre gare? “La differenza è emozionale e motivazionale, e questo si riflette chiaramente in un livello di attenzione superiore da parte di tutti i giocatori. Queste partite hanno una componente motivazionale e emotiva che, secondo me, è superiore a quella di tante altre”.
Come sta approcciando il derby? Si ricorda di quello perso? Invidia Gasperini che è solamente al primo? “L’inconsapevolezza, appena entri in campo, prima del fischio d’inizio, diventa consapevolezza, e quella è un’altra storia. E quindi, io non lo so, mi sembrano sei derby giocati, uno perso, e mi ricordo solo quello. Mi ricordo questo disagio emotivo nei giorni successivi, questa tristezza infinita che mi entra addosso e che ti fa capire cosa significa il derby. Quasi una vergogna tornare al centro sportivo, io mi ricordo questo. E questa è la mia sensazione, il mio stato d’animo, ieri non parlavo da giocatore, perché questa è l’idea.”
“È una partita in cui, se non fai tutto quello che devi fare, sotto tutti i punti di vista, rischi di deludere un po’. E se succede, te lo senti addosso in maniera pesante. Per cui, questo deve essere stampato nei nostri cervelli e nei nostri cuori. E da questo punto di vista non dobbiamo sbagliare niente. Qual è l’importanza di un derby se non per vincere? Io penso che il derby si giochi per vincere. Se può fare contento qualcuno, allora bisogna vincere”.
Pedro sarà titolare oppure un’arma a gara in corso? “La partita la giocherà, non so se in parte o se dall’inizio, ancora non abbiamo deciso. C’è da valutare cosa ci rimane a disposizione per poter eventualmente cambiare la partita, ci sono tante cose da considerare. Però sicuramente su Pedro ci facciamo un grande affidamento. Un giocatore così nelle partite è importante, ha sempre fatto prestazioni significative, quindi ci facciamo affidamento, poi vediamo quando”.
Che ne pensa dell’orario delle 12:30? Lei e Gasperini siete valori aggiunti delle due squadre? “Se dipendesse solo da noi, gli ultimi 20 campionati sarebbero vinti io e Gasperini, ma non è così. Io e Gasperini ci giochiamo da più di 20 anni e in tutto questo arco di tempo è cresciuto. Rispetto profondamente la valutazione che ho di lui come uomo e come persona. Giocare contro invece che dividerci, alla fine ci ha accomunato. Quindi è un grande allenatore, una persona che rispetto profondamente e che sicuramente in questa stagione alla Roma darà tanto. Ma domani è il derby, domani siamo parecchio contro”.
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