Calcionews24
·23 September 2025
Leao: «Ho detto no all’Inter per questo motivo. A Maldini invece potevo dire solo sì»

In partnership with
Yahoo sportsCalcionews24
·23 September 2025
Attualmente ai box per un infortunio al polpaccio, Rafael Leão si è raccontato in una lunga intervista al podcast Say Less, ripercorrendo la sua carriera e svelando retroscena inediti, tra cui un clamoroso quasi-trasferimento all’Inter e la videochiamata che gli ha cambiato la vita. Le parole del fuoriclasse del Milan.
Il destino di Leão avrebbe potuto essere nerazzurro. L’attaccante ha rivelato di essere stato a un passo dal trasferirsi all’Inter, un’operazione spinta con forza dal direttore sportivo del Lille, ma che lui stesso ha inizialmente bloccato. «Stavo per andare all’Inter, pazzesco. Il direttore sportivo (del Lille, ndr) mi ha detto: Rafa stiamo per venderti all’Inter, io ho detto: no, ho fatto molto bene questa stagione (riferimento alla stagione con il Lille), voglio stare un’altra stagione per migliorare ancora e aumentare la mia fiducia per la prossima sfida. Ma lui mi diceva no, no, devo venderti, è un’ottima opportunità per te, per noi, sono tanti soldi. Ma io ho detto Inter no».
Poche settimane dopo quel rifiuto, lo scenario è cambiato radicalmente con l’inserimento del Milan. Una destinazione che ha subito acceso l’entusiasmo del portoghese, culminata con una telefonata impossibile da rifiutare. «Passano una, due, tre settimane e torna a parlarmi il direttore sportivo e mi dice: il Milan è interessato a te. Io ho detto: sì, il Milan sì, se verranno con un’offerta accetterò. Dopo due giorni è tornato e mi ha detto: hanno portato l’offerta, qualcuno vuole parlarti, mi ha passato al telefono Paolo Maldini, non chiamata normale ma videochiamata. Maldini mi ha detto: devi venire, siamo pronti a prenderti. Accetto, ho risposto io, non potevo dire di no».
La scelta del Milan è stata una questione di cuore e di storia, legata ai miti d’infanzia e al prestigio del club. «Da quando ero bambino, Ronaldinho, Ronaldo, Kakà, Seedorf, quei giocatori che vedevi o ne sentivi parlare, erano la storia. Poi sai, 7 Champions League, solo il Real Madrid ne ha di più. Tra Milan e Inter, Milan cento volte».
Leão ha poi raccontato il suo arrivo a Milano e il momento in cui ha compreso la grandezza del club. «Quando mi ha chiamato Maldini ero in hotel, perché era in ritiro nella pre-season, in Portogallo. Sono andato a Milano con la mia famiglia, sono stato un mese in hotel. Mi sono reso conto di quanto questo club sia grande quando ho giocato la prima partita in casa. È stato incredibile, lo stadio pieno, ho pensato è veramente pazzesco. Anche quando abbiamo vinto lo scudetto. È qualcosa che un giocatore deve provare, per capire quanto è importante giocare per il Milan».
Un’emozione che raggiunge il suo apice durante la settimana del derby. «Emozionante. Le strade erano tutte bloccate, vedi tutto rosso, blu, i tifosi che addirittura battono le mani sul pullman, è sempre pazzesco, è come se fosse noi o loro. Anche se durante la stagione facciamo delle brutte partite, anche prima del derby, ma quando inizia la settimana del derby devi essere super concentrato, perché è noi o loro, perché per il resto della stagione parleranno di quella partita».
Infine, una riflessione sul suo ruolo attuale e futuro nel club: un misto di gioia, responsabilità e desiderio di lasciare un’eredità duratura. «È sempre la stessa gioia, con la responsabilità di fare bene, divertirmi, e sono venuto qui per questo, perché non ha senso venire in questo club tanto per venire e andare, quando vai via la gente si deve ricordare cosa ho fatto. Penso di star facendo bene, sono molto orgoglioso e non vedo l’ora di continuare così e ancora di più».