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·12 Oktober 2025
🎙️ Lecce, N’Dri: “Onorato di giocare in Serie A. Dorgu? Il mio obiettivo non è sostituire qualcuno”

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·12 Oktober 2025
Konan N’Dri, attaccante 24enne ivoriano del Lecce, ha parlato del suo percorso e del momento in cui è arrivato in Puglia. Riprendiamo le sue parole da calciolecce.it:
Sogno – “Sì, ho sempre voluto fare il calciatore, pur sapendo che non sarebbe stato per nulla facile. Ed infatti è stata molto dura, considerando che già a 14 anni ho dovuto lasciare la mia famiglia ed il mio Paese per entrare a far parte dell’Aspire Academy, in particolare della sua sezione senegalese. Sono stato fortunato ad avere quest’occasione ed in cinque anni lì ho affrontato le squadre giovanili di grandi club come Barcellona, Real Madrid e tanti altri nei vari tornei a cui partecipavamo in giro per il mondo, dall’Europa al Qatar. L’ho sognato, ci ho creduto, ci ho lavorato sodo. E sono stato fortunato per essere stato scelto poi dall’Eupen”.
Makelele – “E’ stato il mio primo allenatore all’Eupen, nonché tra coloro che mi hanno selezionato per portarmi al club belga. Avevo appena 18 anni ed è stato questo il passaggio che mi ha consentito di fatto di diventare un giocatore professionista, di firmare il mio primo contratto. Makelele allenava l’Under 21 dell’Eupen e mi ha aiutato tantissimo con la sua esperienza, così come hanno fatto gli altri allenatori che mi hanno fatto debuttare e poi confermato in prima squadra”.
Embalo –“Siamo amici, è davvero un bravo ragazzo. Nei primi anni all’Eupen non avevo ancora la patente, lui mi ha aiutato dandomi spesso passaggi e mostrandosi molto disponibile. Così, quando ho firmato per il Lecce, è stato il primo a scrivermi. Mi ha descritto il luogo, mi ha sottolineato come fosse la gente di qui, pronta a darti tutto nel momento in cui vede ciò che lasci sul campo, l’impegno che ci metti, come onori la maglia. E anche stavolta mi ha chiesto se mi servisse qualcosa, vista la conoscenza che aveva di Lecce”.
Belgio – “Mi porto dietro tanti ottimi ricordi di quelle stagioni. Le grandi battaglie con la maglia dell’Eupen, condite di bellissimi ricordi con i miei compagni. Il Belgio rappresenta molto per me ed ha aiutato la mia crescita come calciatore. Credo fosse un campionato adatto alle mie caratteristiche, con grandi spazi e gioco veloce che mi hanno permesso di sviluppare le peculiarità tattiche e tecniche. Anche dell’anno e mezzo giocato a Leuven ho gran bei ricordi. All’inizio è stato difficile, ma mi ha aiutato molto e dopo la prima stagione ho ripreso a fare gol. “.
Costa d’Avorio –“Sin da quando ero piccolo giocare per la Costa d’Avorio ha rappresentato un grande sogno. Quello di rappresentare il mio Paese, rendere orgoglioso la mia gente e la mia famiglia. Lavoro anche per quello, pur consapevole che non è facile perché ci sono tanti grandi giocatori ivoriani. Ho scelto però Lecce anche per quello, per avere più chance di essere notato. Rappresenta ovviamente ancora un sogno ed una sfida. So che la prima cosa è fare bene per la propria squadra, poi solo così puoi essere preso in considerazione per la tua Nazionale”.
Cedric Konan –“Sinceramente non lo conoscevo prima di venire qui, ma in tanti mi hanno parlato di lui. Me lo dicono in società, me lo ha detto la gente. So che ha fatto ottime cose con la maglia del Lecce”.
Trasferimento a Lecce – “La chiamata del Lecce mi ha reso orgoglioso ed in parte anche sorpreso. Con il mio agente stavamo pensando ad un’eventualità di trasferimento, ma francamente non si stavano manifestando grandi opportunità. Poi, quando mi ero ormai già focalizzato sulla conclusione della stagione in maglia Leuven, ecco la chiamata giallorossa. Il mio agente mi chiama ed io del Lecce sapevo solo giocasse in Serie A. Un campionato che per me, ovviamente, rappresentava un grande sogno. Pensavo che volevo solo continuare a fare ciò che sognavo, ovvero giocare a calcio, e non mi interessava tanto se Lecce fosse in Sud Italia o in Sud Africa. Ero felice, sapevo che non sarebbe stata facile ma mi sentivo pronto per questa nuova avventura”.
Impatto – “Mi sentivo onorato di essere in un club di Serie A come il Lecce. Sapevo della cessione di Dorgu al Manchester United, ma il mio obiettivo non era sostituire questo o quel giocatore quanto aiutare la squadra. Quindi non mi portavo sopra una pressione particolare, quanto il piacere di trovarmi qui. Ovviamente mister Giampaolo aveva tante scelte a disposizione, non conta essere subito titolare ma dare tutto e lavorare bene in settimana. Per l’ambientamento poi mi hanno aiutato tutti i compagni con supporto e consigli preziosi”.
Fiorita – “E’ stato davvero triste, era un elemento importante per la squadra e per lo spogliatoio a cui tutti volevamo bene. Nonostante le barriere linguistiche eravamo in sintonia, ci chiamavamo ‘my friend’. Non ci credevamo quando è successo, è qualcosa che ci ha molto intristito. Ci siamo però detti che avremmo dovuto dare tutto per lui, per l’amore che ha dato ed anche per la sua famiglia. In campo ci abbiamo messo ancora di più”.
Finale di stagione – “Sono state gare importanti culminate in una grande gioia. E’ stato un piacere per me aiutare la squadra nelle ultime partite. Ovviamente arrivare a gennaio è sempre difficile, io ho lottato per farmi trovare pronto in particolare in quelle gare. A Roma, poi, il sogno è divenuto realtà. Siamo esseri umani, lavoriamo anche per goderci momenti del genere. Non era facile ma ci siamo riusciti. Al gol di Coulibaly è esplosa la gioia, quando ha segnato mi stavo riscaldando e sono corso ad abbracciarlo. In quella partita non sono entrato, ma posso dire di aver dato comunque tutto spingendo a gran voce i miei compagni da bordocampo. Quanto siamo squadra si vede anche da queste cose”.
Di Francesco – “Sono stati mesi produttivi e di crescita questi primi con il nuovo tecnico. Sono contento di essere ancora e giocare qui e lavoro per giocare di più ed essere sempre più utile. Mister Di Francesco ci ha parlato molto. Personalmente mi ha chiesto di essere più decisivo, di puntare più al gol. Mi ha chiesto praticamente più decisione nelle giocate. Non mi ha ancora schierato dall’inizio, ma ci lavoro duramente e so di poter dare molto di più. Lui è felice della mia motivazione e del mio approccio quando mi mette a gara in corso”.
Atalanta – “So cosa posso dare alla squadra e quello che ancora devo e posso dimostrare. Sono felice per il gol con l’Atalanta anche se questo non è servito purtroppo a raddrizzare il pesante passivo. Il gol dà però confidenza, soprattutto un attaccante lo aiuta sempre. Se i difensori difendono bene e noi facciamo gol, allora si vince quasi certamente. Io però devo solo pensare a farmi trovare pronto ed a combattere in campo”.
Bologna – “Ero scioccato, veramente. Sono entrato in area, mi sono aperto lo spazio per la conclusione, stavo per tirare e proprio sul più bello sono stato toccato fallosamente dall’avversario. Praticamente allo stesso modo in cui Kouassi aveva toccato il calciatore del Bologna nel primo tempo, ma lì il rigore è stato fischiato. Ho chiesto più volte spiegazioni all’arbitro su come avesse potuto non fischiare, mi ha risposto che era sta un contatto leggero. Mi ha impedito di calciare a rete, come ha potuto considerarlo troppo leggero?”.
A gara in corso – “Ovviamente, pur non essendo nella testa del mister, so che se mi ha usato in questo modo è perché ha visto cosa posso dare in quelle circostanze. So cosa posso dare a gara in corso ma so anche cosa posso dare dall’inizio. Io ovviamente lavoro per farmi trovare pronto ogni volta che il Lecce ne ha bisogno”.
Ultima vittoria – “Vincere è stato importante e non parlo tanto di classifica, che al momento non conta niente vista tutta la strada che c’è da fare. Parma ci ha confermato che se lottiamo insieme possiamo farcela. Abbiamo bisogno di fare sempre più punti, stiamo lavorando duramente per questo. E per arrivare al meglio alla gara con il Sassuolo, partita in cui giocare da squadra e da vincere”.
Tifosi – “Qualunque giocatore ama vivere momenti come quelli che un calciatore vive al Via del Mare. Sono contesti che ti caricano a mille, che ti danno grande energia. Anche in trasferta abbiamo un grande seguito, e sapere che c’è così tanta gente che viaggia per noi ci dà grande carica, è un fattore molto positivo. Quando perdiamo capiamo la rabbia dei nostri tifosi, come loro anche noi non giochiamo certo per perdere. Amo molto tifoseria come la nostra, in Belgio invece il calcio era vissuto in modo molto differente. Quando sono in città i tifosi ti fermano, ti chiedono foto, autografi, ti incitano. Ed il rumore dello stadio, poi. Amo tutto questo”.
Terra – “E’ una terra bellissima, ma ciò che mi piace di più è la sua gente, il modo in cui si rapportano con te. Sono tutti amichevoli, felici. Ai salentini non interessa chi sei, da dove vieni. Quando indossi la maglia del Lecce ti supportano e basta. E poi il cibo è fantastico, tutto quanto. Soprattutto il pasticciotto, che è la prima cosa che ho mangiato quando sono arrivato in aeroporto”.