Maiellaro: «I numeri 10 non li vogliono più, ma Dybala accende la speranza. Alla Fiorentina ho sbagliato ma ho fatto del bene a Batistuta. Cassano? Ecco la differenza tra lui e me…» | OneFootball

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·23 Februari 2025

Maiellaro: «I numeri 10 non li vogliono più, ma Dybala accende la speranza. Alla Fiorentina ho sbagliato ma ho fatto del bene a Batistuta. Cassano? Ecco la differenza tra lui e me…»

Gambar artikel:Maiellaro: «I numeri 10 non li vogliono più, ma Dybala accende la speranza. Alla Fiorentina ho sbagliato ma ho fatto del bene a Batistuta. Cassano? Ecco la differenza tra lui e me…»

Le parole di Pietro Maiellaro, ex calciatore, sui suoi ricordi in carriera e gli attuali numeri dieci del campionato italiano. I dettagli

Tra agli anni ’80 e ’90 c’è stato un numero 10 talentuoso e incostante: Pietro Maiellaro. Oggi si racconta su La Gazzetta dello Sport, soffermandosi soprattutto sulle sue esperienze alla Fiorentina e al Bari, le più significative della sua carriera.

HANNO UCCISO I I NUMERI 10«Certi allenatori innovatori che vogliono tanti soldatini per far girare la palla da dietro, ma c’è speranza. L’altra sera ho visto Dybala far vincere la Roma con due colpi da 10 vero. L’Argentina è diventata campione del mondo grazie a Messi e Di Maria».GLI INIZI A LUCERA«Ho cominciato lì, nelle strade strette del mio paese. Dovevi scartare gli avversari e le macchine che passavano, allenavi la reattività. Oggi ci sono le scuole calcio, tutti questi ragazzi intruppati da tecnici che vogliono vincere per farsi belli sui social e che puntano sulla fisicità e sulla tattica. L’altro problema sono i genitori e i congiunti. Quando allenavo la Primavera del Bari, ce n’erano 30-40 ad ogni seduta. Imposi le porte chiuse».NE HA COMBINATE TANTE«Non c’erano i social, sennò sarei diventato virale».IN VIOLA CON BATISTUTA«Senza offesa, si potrebbe dire che Batistuta giocò con noi, intendo me, Borgonovo, Branca, Dunga, Mazinho, Iachini. Era un ragazzo con enormi potenzialità, ma ancora grezzo. Doveva migliorare la tecnica e lo fece. Iachini e io lo prendemmo un po’ sotto la nostra ala perché Bati quell’anno soffriva la concorrenza di Borgonovo e Branca».4 GOL CON LA FIORENTINA«A San Siro, contro il Milan, da 30-40 metri beffai Seba Rossi fuori dai pali. In viola però non sfondai. E non c’entra l’eredità pesante della maglia numero 10, Antognoni e Baggio, queste cose. Non ho mai sofferto le pressioni, ho sempre cercato di metterci personalità. Sbagliavo nel fidarmi troppo del mio istinto, quando valutavo le offerte».CASSANO«Cassano è stato un talento straordinario, fantastico. Rispetto a me, ha avuto il vantaggio di crescere a Bari e di essere Cassano già da ragazzino. Tutti sapevano che a Bari c’era un bambino prodigio. Io stavo a Lucera, nell’entroterra di Foggia, e nessuno per anni è venuto a cercarmi fin lì».

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