Juventusnews24
·11 Oktober 2025
Mancini a cuore aperto: «Vialli? Non è facile. Credo di avere dentro nemmeno la metà della forza che ha avuto. Sulla Nazionale e il mio futuro dico…»

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·11 Oktober 2025
Al Festival dello Sport di Trento, Roberto Mancini ha parlato a cuore aperto. Ecco le parole dell’ex ct dell’Italia, anche sulla leggenda bianconera Gianluca Vialli.
INIZI DA ALLENATORE – «Merito soprattutto di Moratti, comprava dei giocatori molto bravi. Se hai giocatori hai più possibilità, così siamo riusciti a tornare a vincere. Addio? Forse si poteva anche tornare indietro. Avrei potuto anche non esternare quelle dichiarazioni, ma un motivo c’era, forse qualche giocatore che aveva problemi fisici e che non sarei riuscito a recuperare. Problemi interni».
MANCHESTER CITY ED ESTERO – «Dopo una stagione pazzesca, lottavamo con lo United per il titolo, punto a punto. Stavo quasi per morire. Eravamo andati sotto di 8 punti, recuperiamo tutto, e all’ultima giornata, contro una squadra che lottava per non retrocedere, ci fece trovare in quella situazione pazzesca. Russia? Esperienza non semplice, importante sul piano personale. Qualcosa mi ha cambiato. La Turchia? Posto meraviglioso, a Istanbul sembra di essere a Napoli, la gente è fantastica. Andavamo a giocare in Norvegia e c’erano 20mila turchi, hanno un attaccamento alla squadra folle».
ITALIA – «Accettarla fu facile, la Nazionale è un sogno per ogni allenatore. È stata l’esperienza più bella e più importante. Sono riuscito a dare il massimo e insieme abbiamo fatto qualcosa di impossibile, ma con merito. Sì, un po’ ci sentivamo imbattibili. Chiudemmo a San Siro contro la Spagna in Nations League perché Bonucci dopo un quarto d’ora si fece espellere, altrimenti magari saremmo pure andati avanti con la striscia. Addio? Era un momento di ricambio. Ci furono un po’ di parole, di incomprensioni, e forse sarebbe stato meglio chiarirle, da parte mia in primis. Spiegare cosa non mi era piaciuto, dire tutto e ripartire da zero. Non venne fatto, e così si fanno le scelte sbagliate. Sì, ho sperato di essere il successore di Spalletti, ma sapevo che era difficile. Il sogno di vincere il Mondiale da allenatore resta, ma poi le cose cambiano. Questa è una buona Nazionale. Rino Gattuso mi sta simpaticissimo come persona e spero che abbia successo con l’Italia. E al Mondiale ci andiamo, sì».
VEDERE IL TALENTO – «Vedere i giocatori prima degli altri mi capitava anche da giocatori, vidi prima Zidane che volevo portare alla Samp, vidi anche Cristiano Ronaldo. Ho visto tantissime partite, un po’ di occhio l’avevo. Pafundi? Fu una provocazione, ma un giocatore di 18 anni così talentuoso perché non giocava in Serie A».
VIALLI, MIHAJLOVIC, ERIKSSON – «Non è facile, pensi che Luca sia sempre a Londra, Sinisa a Roma, Eriksson a casa sua. Sì, si pensa al fatto che si poteva essere più vicini. E credo di avere dentro nemmeno la metà della forza che hanno avuto loro».