Inter News 24
·17 Desember 2025
Marchetti attacca Blessin: «Il peggior allenatore mai avuto. Umiliazioni continue»

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·17 Desember 2025

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Federico Marchetti, ex portiere con una lunga carriera tra Serie A ed Europa, ha ripercorso alcuni passaggi significativi della sua esperienza da calciatore. Tra i temi affrontati, anche quello legato al peggior allenatore mai avuto, con parole durissime che non lasciano spazio a interpretazioni.
Alla domanda diretta, Marchetti non ha avuto esitazioni nel fare il nome di Alexander Blessin, descrivendo un contesto che definisce tossico e umiliante dal punto di vista umano e professionale.
GIUDIZIO SU BLESSIN – «Blessin è il peggior allenatore mai visto. Ci trattava di m**a e ci umiliava in continuazione, anche singolarmente*».
L’ex portiere entra poi nel dettaglio, raccontando episodi che, a suo dire, andavano ben oltre la normale durezza richiesta da un allenatore.
CLIMA NELLO SPOGLIATOIO – «Prendeva i giocatori e li insultava. Odiava gli italiani. Calafiori lo massacrava, gli diceva che era un “italian bastard”. Soffriva me, Criscito e Behrami».
Secondo Marchetti, questo atteggiamento avrebbe inciso anche sulle scelte di alcuni compagni, spingendoli a lasciare la squadra pur di allontanarsi da quell’ambiente.
CASO PANDEV – «Infatti non è un caso che Pandev scelse di accettare il Parma in Serie B pur di scappare».
Il racconto si fa ancora più forte quando Marchetti parla proprio di Goran Pandev, attaccante di enorme esperienza e palmarès internazionale, a suo dire vittima di continue umiliazioni.
UMILIAZIONI SU PANDEV – «Le sembra normale che un ragazzo che ha vinto tutto in Italia e in Europa finisca a fare i tiri con i ragazzini a fine allenamento? Blessin lo umiliava in continuazione. Lui è andato via prima di mettergli le mani addosso».
Parole pesantissime, che restituiscono l’immagine di uno spogliatoio segnato da tensioni profonde e da una gestione dei rapporti umani giudicata inaccettabile. Un passaggio dell’intervista che fa discutere e che riapre il dibattito sull’importanza dell’equilibrio tra disciplina, rispetto e leadership nel lavoro di un allenatore.









































