Calcionews24
·30 Juli 2025
Marco Verratti: «Il mio Pescara, che sogno, sogno un minuto in A… E e Luis Enrique vi dico questo»

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·30 Juli 2025
Una favola iniziata a Pescara e proseguita per un decennio sotto le luci di Parigi, prima di scegliere la tranquillità del Qatar. Marco Verratti è uno dei talenti più puri del calcio italiano, un campione d’Europa che, paradossalmente, non ha mai giocato un minuto in Serie A. Oggi, a 32 anni, vive una nuova fase della sua vita all’Al Duhail, ma il suo legame con l’Italia e con il Pescara, il club del suo cuore di cui è diventato co-presidente, è più forte che mai. In una intervista a La Gazzetta dello Sport, il “Gufetto di Manoppello” si racconta, un viaggio tra aneddoti, sogni e riflessioni che parte da Doha e arriva, inevitabilmente, a quel desiderio mai sopito.
LA NUOVA VITA IN QATAR – «Diciamo che avevo bisogno di una nuova sfida, nuovi stimoli. Doha la conoscevo già e mi è sempre piaciuta. Com’è il campionato? Competitivo. A Parigi la vittoria era diventata una cosa ormai scontata: qui ho rivisto qualcosa di “infantile”, la gioia di vincere, come quando si era bambini. La felicità. A Parigi ormai vincere era monotono, ripetitivo».
IL SOGNO DI GIOCARE IN A COL PESCARA – «È un sogno, sì. Dobbiamo sempre darci l’idea di un obiettivo: magari lo realizzerò ora che sono co-presidente al 50%. Ecco, solo per il mio Pescara avrei fatto quel che ho effettivamente voluto fare: mi hanno dato tutto, volevo sdebitarmi col cuore».
IL RAPPORTO CON NEYMAR E MBAPPÉ – «Neymar? Un ragazzo d’oro, generoso, umile, ci sentiamo ancora. Come con Mbappé: ha fame, è competitivo e sono convinto che prima o poi vincerà il Pallone d’Oro».
IL SUO ADDIO AL PSG E LUIS ENRIQUE – «Scrissero che me ne andai dal Psg perché lo volle Luis Enrique. Falso: vi assicuro che risale a molto prima la mia chiacchierata con Nasser (El Khelaifi, ndr) in cui gli dissi che me ne sarei andato perché avevo voglia di nuovi stimoli. Siamo rimasti in grandi rapporti io e lui, persona super».
LA NUOVA SERIE A VISTA DA LONTANO – «Mi intriga molto Gasperini con la Roma. Allegri? Spero faccia bene col Milan che qui è seguitissimo. Come allenatore ho un debole per Sarri: ha il suo stile e certi princìpi mi ricordano Zeman. L’idea di comandare il gioco e soprattutto un merito: quello di far crescere i giocatori. Il Napoli ancora da scudetto? Per me, comunque, l’Inter resta favorita, per i giocatori che ha, e se prende Lookman è ancora la più forte».
IL FUTURO DA PRESIDENTE – «Il presidente. Nella mia carriera ho visto un po’ di tutto, con Sebastiani credo si formi una coppia complementare: so, avendolo vissuto da dentro, di cosa ha bisogno un calciatore. Voglio che i nostri calciatori pensino solo a giocare. Poi, se andrà, come vorremmo, in A, magari coronerò quel sogno…».