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·13 Mei 2025

MILAN-BOLOGNA: OPPONENT REVIEW

Gambar artikel:MILAN-BOLOGNA: OPPONENT REVIEW

Cinque giorni dopo, sarà di nuovo Milan-Bologna. Ma in comune, rispetto alla 36ª giornata di Serie A, ci saranno soltanto le due squadre. Cambieranno scenario - lo Stadio Olimpico di Roma - e soprattutto contesto, dal momento che si tratterà della Finale di Coppa Italia. Sassuolo, Roma e Inter la strada verso la Capitale per il Diavolo; Monza, Atalanta ed Empoli il cammino superato completato dai felsinei. Si giocherà per un trofeo che manca da molto tempo nella bacheca delle due squadre: 22 anni i rossoneri, finalisti per l'ultima volta nel 2018; 51 i rossoblù, mai giunti all'atto conclusivo dalla vittoria ottenuta nel 1974, proprio a Roma, contro il Palermo.

La posta in palio nei 90' (più eventuali supplementari e rigori) non sarà limitata al solo trofeo, dal momento che la vincitrice sarà sicura dell'accesso alla prossima Europa League: un'eventualità che al momento il campionato preclude alle squadre di Conceição e Italiano, appena fuori dai piazzamenti che garantiscono gli accessi diretti alle coppe continentali. Non sarà la prima volta tra Milan e Bologna in Coppa Italia - le due squadre si sono già affrontate 14 volte, le ultime nella stagione 1995/96 - ma non era mai successo finora che le due squadre, tra le più storiche del nostro calcio, si affrontassero in una Finale.


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L'EREDITÀ DELLA SFIDA DI VENERDÌ E LE CARATTERISTICHE DELLE DUE SQUADRE Per presentare il Bologna non si può non partire dal ricordo più recente, la sfida appena andata in scena in campionato. Una partita che ha vissuto uno svolgimento sensibilmente diverso al primo atto di Serie A, disputato a fine febbraio: se al Dall'Ara furono i felsinei a rimontare nella ripresa l'iniziale vantaggio rossonero, a San Siro - tutto nello spazio dei secondi 45' - la squadra di Conceição ha ribaltato l'1-0 di Orsolini. Non deve sorprendere nessuno, quindi, sapere che all'Olimpico si affronteranno le due squadre capaci di ottenere più punti, in questo campionato, da una situazione di svantaggio. Milan e Bologna si sono continuamente dimostrate in grado di restare connesse alle loro partite anche nelle situazioni più complesse, una caratteristica a cui le due squadre arrivano tramite percorsi differenti. Se da un lato possiamo citare un aspetto comune alle due partite, come il predominio felsineo nel possesso palla nei primi 45' delle due partite seguito, nei secondi tempi, da una proporzione più vicina al 50-50, una prima differenza che salta all'occhio è quella della disposizione in campo, osservata in maniera nitida anche nei due scontri diretti in Serie A.

Da un lato una squadra dal baricentro molto alto, il Bologna di Italiano (52.6 metri di media al Dall'Ara, 54.5 a San Siro), dall'altro un Milan che tende a stare più abbassato, soprattutto dopo il passaggio alla difesa a 3: i rossoneri, infatti, hanno drasticamente diminuito il loro posizionamento, passando dai 50.5 metri di febbraio ai 40.5 dello scorso fine settimana in campionato. Una conseguenza di questo cambiamento può essere trovata nelle verticalizzazioni effettuate: se il Milan si è mantenuto sui numeri dell'andata, il Bologna ha giocato ben 22 palloni in meno in verticale, incontrando più difficoltà contro l'assetto rossonero. Continuando a confrontare le due partite si può anche dire che la metamorfosi milanista delle ultime settimane non ha intaccato - al massimo ha migliorato - la capacità di difendere una squadra dalla forte identità offensiva come il Bologna: il Milan ha mantenuto un atteggiamento mediamente molto basso nel recupero dei palloni, aumentando gli interventi positivi in area e allo stesso tempo dimostrando maggiore cinismo offensivo, una volta capovolto il gioco.

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I SINGOLI E L'ABITUDINE ALLE PARTITE IMPORTANTI 52 partite da un lato, 48 dall'altro. Insieme Milan e Bologna fanno 100 partite giocate nel 2024/25 tra tutte le competizioni, una stagione davvero molto lunga ormai nel suo rettilineo finale. Un'annata in cui le due squadre hanno vissuto diversi momenti di forma, con una partenza lenta per entrambe (i rossoblù hanno vinto soltanto una delle loro prime 10 partite stagionali) e un progressivo miglioramento nei risultati coinciso soprattutto con l'inverno. I rossoneri sono stati forse più scostanti, ma arrivano all'appuntamento con un migliore rendimento nelle ultime uscite (12 punti in 5 partite contro soltanto 5). In ottica Finale è da valutare il rientro di tre elementi importanti in casa rossoblù, a cominciare da Dan Ndoye: l'attaccante svizzero sta vivendo la stagione della consacrazione e a testimoniarlo ci sono gli 8 gol sommati finora in campionato, uno dei quali proprio contro il Milan a febbraio. Verso il rientro anche il difensore svedese Holm e l'attaccante danese Odgaard, due soluzioni importanti anche a gara in corso specialmente nel caso in cui la contesa dovesse prolungarsi.

Il pericolo pubblico numero 1 resta, comunque, Riccardo Orsolini. L'ala ha firmato tre delle ultime cinque reti in campionato dei suoi e sebbene in carriera non ha mai battuto il Milan (era assente, infatti, nel match d'andata in campionato), il suo eccellente stato di forma lo rende un elemento da attenzionare continuamente per la retroguardia rossonera. Per il ruolo di punta centrale Italiano può optare per due soluzioni dal profilo importante: se la stagione di Santiago Castro è finora stata migliore, è anche vero che Thijs Dallinga è stato decisivo con i tre gol in Semifinale all'Empoli per permettere al Bologna di staccare il biglietto per Roma. Tante, poi, le certezze a partire da Skorupski tra i pali, il duo Lucumí-Beukema in difesa con Miranda pronto ad agire da terzino sinistro e la coppia Freuler-Ferguson (anche se scalpita l'altro svizzero Aebischer al posto di uno dei due) in mezzo al tradizionale 4-2-3-1 di Italiano. Servirà un contributo da parte di tutti e 11 i giocatori e anche dei 5 (o 6) subentrati: il Milan ha una maggiore esperienza, ma il Bologna non è da sottovalutare sotto questo punto di vista tra i tanti nazionali e l'avventura formativa in Champions League.

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