Milan, Rabiot: “Mi rivedo in Allegri. Sullo scudetto, rinnovo Maignan e De Zerbi…” | OneFootball

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·27 November 2025

Milan, Rabiot: “Mi rivedo in Allegri. Sullo scudetto, rinnovo Maignan e De Zerbi…”

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Adrien Rabiot ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue dichiarazioni…

«Qui ci sono tutte le componenti per vincere: un club come il Milan, un bel gruppo nello spogliatoio e uno staff tecnico importante. Adesso dobbiamo lavorare settimana dopo settimana, impegnarci al massimo e sacrificar-si. Per vincere bisogna dare sempre qualcosa in più, avere la mentalità che il mister ci trasmette».


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Allegri è un valore aggiunto per il Milan?

«È un vincente e mi piacciono la sua personalità, come allena, la passione che ha per il calcio e la sua ambizione. Dà sempre tutto e mi rivedo nel suo modo di pensare. Fuori dal campo poi è sempre molto positivo, fa delle battute e ci fa stare tranquilli».

Lei lo ha definito il suo “papà calcistico”

«Nel 2019 ho scelto la Juventus per lui. Lo avevo incontrato mesi prima della fine della stagione e mi era subito piaciuto. Quando sono arrivato a Torino, però, lui non c’era più (esonerato e sostituito con Sarri, ndr). Quando è tornato nel 2021 abbiamo creato un bel rapporto».

Rabiot racconta come è avvenuto il trasferimento al Milan

Ecco perché ad agosto quando l’ha cercata il Milan non ha avuto dubbi…

«Il Milan mi voleva anche lo scorso anno: ero svincolato e abbiamo parlato. Con me la squadra sarebbe arrivata più in alto rispetto all’ottavo posto? Non lo so, ma visto quello che stiamo facendo adesso, dico che sono arrivato a Milanello al momento giusto. Il club rossonero mi ha cercato anche a luglio, ma allora era difficile per me andarmene dal Marsiglia. Dopo che è successa quella cosa (l’episodio nello spogliatoio con Rowe, ndr) altre società italiane mi hanno contattato, ma lo sapevo cosa volevo. A inizio mercato Allegri mi aveva detto: “Vediamo cosa succede” e qualcosa è successo davvero. Non so come fa, ma prevede anche… il futuro (ride, ndr)».

Max la chiama “Cavallo Pazzo”, il suo vice Lan-ducci “Monsieur”, in Francia e a Torino invece era “Il Duca”. Qual è il soprannome preferito?

«A Parigi ero “Le Duc” e a Torino sono diventato “Il Duca”. “Cavallo Pazzo” mi piace e mi rappresenta: quando in campo parto… Per Landucci sono “Monsieur”dai tempi della Juve: suona bene».

Allegri dice che rispetto agli anni della Juventus lei è migliorato. È d’accordo?

«Mi sento più leader e più maturo, ma non sono al top: finché giocherò, cercherò di crescere sempre. La scorsa stagione, per esem-pio, è stata importante per me e credo di aver fatto altri progressi. Lo stesso in questi mesi al Milan: curo i dettagli, studio con attenzione i video degli avversari e anche i miei. E quando vedo nelle immagini che faccio una cosa giusta che magari in precedenza non facevo…sono molto soddisfatto».

Finora non ha segnato. È pronto a sbloccarsi sabato contro la Lazio?

«Lo spero. Vorrei segnare il prima possibile sia a San Siro sia fuori casa. Mi piace far gol o servire assist, ma il mio ruolo principale però non è questo: io devo aiutare la squadra con corsa, contrasti, consigli ed esperienza. Se continuiamo a vincere e non faccio gol, va bene lo stesso».

L’importanza del francese in campo per i rossoneri

In sei partite con lei in campo il Diavolo ha ottenuto cinque vittorie e un pareggio, con una sola rete subita. Come spiega certi numeri?

«Magari i compagni hanno più fiducia e a livello mentale trasmetto loro sicurezza. Cerco di parlare molto, soprattutto nei momenti più difficili della gara, per tenere tutti concentrati. Do sempre il massimo e gli altri lo sentono».

Quindi con Rabiot…

(sorride) «È tutto più facile!».

Quando era infortunato al polpaccio, Allegri la pressava per rientrare prima?

«Mi chiedeva tre-quattro volte al giorno quando tornavo, ma sapeva che l’infortunio era importante e voleva che giocassi solo quando ero pronto. Avere un allenatore che ti parla spesso, anche quando non sei disponibile, ti aiuta a stare concentrato sull’obiettivo. Pure in questo Allegri è super».

Che sensazioni le ha lasciato il derby?

«Felicità perché è una partita speciale per il Milan e i milanisti. È stato bello vincere il mio primo derby a San Siro e sono orgoglioso di come abbiamo giocato. Questi tre punti ci danno ulteriore fiducia».

Rabiot sullo scudetto

Per parlare di scudetto è presto?

«Sì. Pensare allo scudetto non serve: cerchiamo di vincere ogni partita e di raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati (la qualificazione alla Champions, ndr). Più passano le settimane e più vediamo che il gruppo ha qualità e mentalità giuste. Senza infortuni, speriamo di essere a febbraio-marzo nella posizione per giocarci le nostre chance».

Se poi Maignan continua a parare così….

«Domenica è stato eccezionale».

Spera che rinnovi il contratto e resti in rosso-nero?

«Sì, ovviamente lo spero come tutti al Milan. Maignan è un portiere straordinario e non ce ne sono tanti al mondo forti come lui. Per noi è un giocatore determinante e poi Mike ama la maglia rossonera. Non entro nella trattativa tra lui e la dirigenza, ma mi auguro che continui a crescere in questa società, con un allenatore come Allegri e in un gruppo che gli vuole bene».

Nkunku, invece, non è ancora al top.

«È forte e lo ha già dimostrato in passato. Lo conosco perché siamo cresciuti insieme: lui, Mike (Maignan, ndr) e io. È arrivato dal Chelsea fuori forma e deve adattarsi a un campionato difficile come la Serie A, ma ora sta bene fisicamente ed è motivato. Sono sicuro che appena si sbloccherà…».

Leao invece è in grande crescita.

«In allenamento si impegna molto e oggi (ieri, ndr) per esempio ha fatto alcune scivolate in fase difensiva per recuperare il pallone: è bello vedere un talento come Rafa che si sacrifica per la squadra. Rispetto a quando ero alla Juve, è migliorato tanto».

Anche lei che ha giocato con tanti campioni è impressionato da Modric?

«È una persona semplice e ama il calcio come un bambino. A centrocampo con lui mi sono trovato molto bene fin dal primo giorno perché ha qualità, visione del gioco e dà un grande contributo anche in fase di riconquista del pallone, correndo ed entrando deciso quando deve. È un giocatore straordinario che mi stupisce per la voglia che, a 40 anni, mette in campo ogni giorno. Lo ammiro molto: alla sua età, spero di avere la stessa passione».

Da De Zerbi a Sarri: il ricordo dei due allenatori

Di De Zerbi che ricordo ha?

«Lo scorso anno abbiamo fatto bene. De Zerbi è pazzo di calcio e quando usciva dal centro sportivo, andava a casa a vedere qualsiasi gara. Il giorno dopo, magari parlando di tattica, ci interrogava: “Chi ha visto la partita ieri? Avete notato che…”. E incredibile».

A proposito dei suoi ex tecnici, sabato contro la Lazio ritroverà Sarri.

«Sarà bello rivederlo. Alla Juventus abbiamo vissuto un anno particolare: all’inizio ho giocato poco, ma dopo il Covid sono sempre stato titolare e abbiamo vinto lo scudetto. Sarri è un grande allenatore».

Tra meno di un mese è in programma la Supercoppa italiana, poi a fine stagione ci sarà il Mondiale: ha ancora spazio nella sua bacheса?

«Mi aspetta un’annata importante nella quale posso vincere sia con il Milan sia con la Fran-cia. Mi auguro di riuscirci e di giocare fino alla finale del Mondiale. Contro l’Italia? I playoff sono duri, ma spero che si qualifichi perché al Mondiale deve esserci».

Termina così l’intervista di Adrien Rabiot.

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