Mkhitaryan Inter, l’armeno si racconta: «Chivu? A livello tattico è un gioco un po’ più verticale. Sucic è un Sucic. È serio come me» | OneFootball

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Calcionews24

·9 Oktober 2025

Mkhitaryan Inter, l’armeno si racconta: «Chivu? A livello tattico è un gioco un po’ più verticale. Sucic è un Sucic. È serio come me»

Gambar artikel:Mkhitaryan Inter, l’armeno si racconta: «Chivu? A livello tattico è un gioco un po’ più verticale. Sucic è un Sucic. È serio come me»

Nell’intervista alla Gazzetta dello Sport, Mkhitaryan traccia un bilancio del suo percorso all’Inter e del ruolo che continuerà a ricoprire

Come anticipato in prima pagina, la Gazzetta dello Sport dedica ampio spazio a una lunga intervista con Henrikh Mkhitaryan, centrocampista armeno dell’Inter e figura chiave nello spogliatoio nerazzurro. Giocatore di grande esperienza internazionale, con trascorsi in club prestigiosi come Borussia Dortmund, Manchester United e Arsenal, Mkhitaryan è stato un punto di riferimento nella “vecchia” Inter e continua a esserlo nella nuova era guidata da Cristian Chivu, tecnico promosso alla guida della prima squadra. Le sue parole:

CAMBIO GERARCHIE – «In realtà, per me non cambia niente: non misuro l’impegno con i minuti passati in campo. Continuo a lavorare e a lottare fino all’ultimo, in allenamento e in partita. So che non sto giocando con la vecchia continuità, ma capisco anche che, a quasi 37 anni, sia normale inserire dei giovani che sono il futuro del club. Per Sucic, che gioca spesso nel mio ruolo, sono solo felice: è forte, ha qualità e personalità, farà le fortune dell’Inter nei prossimi anni».


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SUCIC – «Sucic è un Sucic. È serio come me, si applica e ama imparare, anche le lingue: sa che parlando l’italiano aiuterà ancora di più. Anche per questo avrà un grande futuro. Come centrocampista moderno, mi piace tantissimo: ha ottime qualità tecniche, fisicamente è forte e corre già moltissimo. Deve ancora crescere tatticamente, ma ha solo 21 anni…»

DIFFICOLTA’ AD USCIRE DALLA CONFORT ZONE – «Non lo è se pensi che cambiare faccia bene: io ne sono convinto. Se vuoi vincere, devi adattarti in fretta, accettare le scelte e le trasformazioni, non lamentarti, altrimenti finisci per distruggere l’equilibrio di squadra. Da noi, ad esempio, non lo fa nessuno e tutti sono aperti al cambiamento. Ho avuto tanti allenatori in carriera, di ogni tipo, e sono abituato ad adattare il mio modo di giocare. Nel calcio e nella vita vince chi sa mettersi in gioco».

CHIVU – «Anche se alcune cose si somigliano, il lavoro che facciamo con Chivu è diverso da quello con Inzaghi. A livello tattico è un gioco un po’ più verticale, cerchiamo di finalizzare l’azione il prima possibile, con maggiore aggressività, ma dipende anche dall’avversario: non sempre hai lo spazio. Devi capire quando e come farlo. Si tratta di dettagli, che poi sono quelli che fanno la differenza».

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