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·21 Oktober 2025

Napoli, Hamsik ricorda l’esperienza all’ombra del Vesuvio: “Undici anni non si cancellano facilmente”

Gambar artikel:Napoli, Hamsik ricorda l’esperienza all’ombra del Vesuvio: “Undici anni non si cancellano facilmente”

Intervenuto ai microfoni di Nss Sport, l’ex capitano del Napoli, Marek Hamsik, ha parlato della sua lunga esperienza in azzurro, soffermandosi su alcuni retroscena sorprendenti legati ai suoi compagni di squadra.

Napoli, Hamsik ricorda l’esperienza all’ombra del Vesuvio: “Undici anni non si cancellano facilmente”

Marek Hamsik, grazie alla sua costanza e al suo legame con la città di Napoli, è entrato a far parte dell’Hall of fame azzurra. L’ex centrocampista di Brescia e Trabzonspor, infatti, nel corso della sua avventura all’ombra del Vesuvio, ha realizzato ben 121 reti, diventando, per un breve lasso di tempo, il miglior marcatore della storia del club campano. In una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Nss Sport, il centrocampista slovacco ha ricordato la sua lunga esperienza al Napoli, soffermandosi su curiosi retroscena.


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Queste le sue dichiarazioni: “Dico sempre che la prima volta che vedi Napoli può non piacerti, ma la seconda volta in cui la vedi è quella che ti convince a rimanere e ad amarla. Nonostante io sia stato cresciuto ovviamente secondo i canoni di una cultura diversa e, per quanto se ne può dire, anche un po’ distante da quella italiana, la qualità di vita che offre questa città aiuta ad appiattire tutte le differenze culturali con altri posti del mondo. Soprattutto perché qui c’è una grande passione per il calcio, e ovviamente a un calciatore piace giocare dove questa passione si sente in maniera preponderante. Infatti, se non fosse mai arrivata l’offerta dalla Cina – che per me ha rappresentato una sfida davvero incredibile — sarei rimasto a Napoli per sempre”.

“Marek Hamsik e la cresta sono una cosa sola. La cresta è il mio portafortuna, ma è anche il mio passaporto. È un modo per arrivare anche all’estero, per sfondare con la mia immagine, per proporre qualcosa di eccentrico in altri paesi. I tatuaggi invece sono solo una mia passione e, anche se sembra assurdo, non ne ho ancora uno dedicato a Napoli. I miei figli sono invece i protagonisti principali dei tatuaggi: non solo ho tatuati i loro nomi, ma anche il numero della stanza dell’ospedale in cui sono nati. Sono nati tutti e tre nella stessa stanza, la 109.”

Vincenzo Schiavo

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