gonfialarete.com
·29 Desember 2025
Napoli, il 2025 finisce col botto: la Supercoppa e il blitz di Cremona caricano gli azzurri per un gennaio infernale tra scudetto e Champions

In partnership with
Yahoo sportsgonfialarete.com
·29 Desember 2025

Se il buongiorno si vede dal mattino, il tramonto di questo 2025 regala al Napoli orizzonti sereni, ma non ancora sgombri da nubi. Il 2-0 dello “Zini” contro la Cremonese, arrivato sull’onda lunga dell’entusiasmo per la Supercoppa Italiana alzata al cielo contro il Bologna, è la morfina necessaria per sedare i dolori di una prima parte di stagione vissuta sulle montagne russe.
Il Napoli va in vacanza (breve) con un trofeo in bacheca e tre punti vitali. Eppure, scorrendo il ruolino di marcia da agosto a dicembre, la sensazione dominante è quella di un’incompiuta. Una squadra capace di tutto e del suo contrario, affetta da una sorta di schizofrenia calcistica che esalta e deprime la piazza nel giro di pochi giorni. Il paradosso azzurro è nei numeri. Il Napoli di questa stagione 2025/26 si è travestito da “Robin Hood”: spietato con i ricchi, generoso con i poveri. Il cammino negli scontri diretti è da scudetto: Inter dominata, Juventus battuta, colpo esterno all’Olimpico contro la Roma e tris all’Atalanta. Quando l’asticella si alza, il gruppo risponde presente, mostrando muscoli e personalità. Il problema sorge quando la tensione cala. Le sconfitte contro Udinese, Torino e quel ko in campionato col Bologna, poi vendicato in finale di Supercoppa, raccontano di una squadra che fatica a trovare motivazioni contro le medio-piccole. Un difetto di fabbrica che, alla lunga, rischia di pesare sulla classifica più degli scontri diretti.
Ma è volgendo lo sguardo oltre confine che i dubbi diventano timori. Se in Italia il Napoli è una certezza, in Europa appare fragile. Il cammino internazionale è stato accidentato: le vittorie “di dovere” contro Sporting e Qarabağ non bastano a cancellare i passaggi a vuoto contro le big. Il City e il Benfica hanno messo a nudo i limiti difensivi, ma è la notte di Eindhoven che resta il vero buco nero della stagione. Quel 6-2 incassato dal PSV a ottobre è una macchia che non è andata via col lavaggio, uno shock anafilattico che ha rischiato di compromettere l’autostima del gruppo. Lì il Napoli si è scoperto nudo; da lì è dovuto ripartire.
Ora il calendario non ammette più repliche. Se dicembre è stato il mese della riscossa, gennaio sarà il mese del giudizio. Alla ripresa, il Napoli si troverà di fronte un percorso a ostacoli da brividi che definirà, una volta per tutte, se questa squadra può lottare per il titolo o dovrà accontentarsi di un piazzamento. Si parte il 4 gennaio all’Olimpico contro la Lazio, poi la trasferta a San Siro contro l’Inter (11 gennaio) e, dopo il Verona, la sfida eterna a Torino contro la Juventus (25 gennaio). Come se non bastasse, in mezzo ci sono le notti europee da dentro o fuori contro Copenhagen e il gigante Chelsea. Un tour de force brutale. Il Napoli chiude l’anno con la pancia piena per la Supercoppa, ma con la consapevolezza che il bello – e il difficile – deve ancora venire.
Andrea Alati









































