Calcio e Finanza
·6 September 2025
Non solo criptovalute: Tether ora punta sulle miniere d’oro

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·6 September 2025
Tether, la società che controlla lo stablecoin USDT ed è oggi il più grande emittente di criptovalute ancorate al dollaro, sta esplorando investimenti nel settore dell’oro, con l’obiettivo di impiegare parte dei suoi ingenti utili in attività collegate al metallo prezioso. Lo riporta il Financial Times, secondo cui la società ha avuto contatti con gruppi minerari e fondi di investimento per entrare in più punti della filiera: dall’estrazione alla raffinazione, fino al trading e alle società di royalty.
Un interesse che sorprende, vista la natura tradizionalmente conservativa del comparto aurifero, ma che si inserisce nella visione del CEO Paolo Ardoino. Lo stesso manager ha definito l’oro «il bitcoin naturale», sottolineando come possa rappresentare una riserva di valore alternativa e complementare alla criptovaluta più scambiata.
Tether, che detiene il 10,7% del capitale della Juventus, ha già accumulato una posizione rilevante nel metallo: 8,7 miliardi di dollari in lingotti custoditi in un caveau a Zurigo, utilizzati anche come collaterale per il proprio stablecoin. In parallelo, il gruppo ha investito 105 milioni di dollari per una quota di minoranza nella società canadese Elemental Altus, specializzata in royalty aurifere, investimento poi rafforzato con altri 100 milioni in occasione della fusione con EMX.
La strategia non si ferma qui: Tether ha valutato anche altre operazioni, tra cui colloqui con Terranova Resources, veicolo minerario con base nelle Isole Vergini Britanniche (negoziati poi non conclusi). Oltre all’oro, la società ha costruito un’esposizione crescente nel commodity trade finance, fornendo finanziamenti a breve termine per il commercio di materie prime, con un portafoglio che secondo gli operatori vale già miliardi di dollari.
Nel primo semestre 2024 Tether ha generato utili per 5,7 miliardi di dollari, grazie soprattutto agli interessi incassati sui titoli di Stato USA che garantiscono la copertura dello USDT, la criptovaluta più scambiata al mondo con una capitalizzazione di 168 miliardi. La diversificazione verso l’oro, tuttavia, rappresenta un passaggio strategico: oltre al token XAUt (collateralizzato in oro fisico ma con diffusione limitata, circa 880 milioni di capitalizzazione), il gruppo vuole rafforzare la propria presenza in un settore che Ardoino considera più sicuro di molte valute sovrane.
Image credit: Depositphotos