Calcionews24
·16 September 2025
Onorato: «L’Italia senza Mondiali è un problema serio. Troppi stranieri, pochi investimenti per i vivai. E il derby di Roma alle 12.30 è una sconfitta»

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Alessandro Onorato, assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda del comune di Roma, osserva con preoccupazione il panorama del calcio italiano. Dal dramma dell’assenza ai Mondiali alla gestione dei vivai, Onorato analizza le criticità di un sistema che, a suo dire, necessita di una visione nazionale. Ecco le sue parole al Corriere dello Sport.
L’ITALIA FUORI DAI MONDIALI – «E pensare che abbiamo generazioni di ragazzi che non hanno mai visto l’Italia ai Mondiali di calcio».LE SCUOLE CALCIO – «Se una scuola calcio nelle grandi città costa dai 600 ai 1.200 euro l’anno, fare sport è diventato un lusso. Se la pratica sportiva è un diritto per tutti come stabilisce la Costituzione, il governo nazionale la dovrebbe garantire. Con 70 milioni di euro questo diritto diventerebbe realtà. Il resto sono aiuti inutili. Gli italiani non sanno che farsene dei diritti se non possono essere esercitati. Non possono rimanere sulla carta».IL PNRR PER LO SPORT – «Più che il Pnrr a me mortifica l’assenza di una visione nazionale. Siamo uno dei Paesi che ha la peggior impiantistica del mondo eppure primeggiamo alle Olimpiadi. Ci salva la grande ricchezza dell’associazionismo di base. Abbiamo un hardware pessimo e un software fantastico. Investire sulla scuola e sullo sport significa anche risparmiare in termini di salute e prevenzione. Poi se il calcio, lo sport più popolare, dà il peggio di sé tra l’accesso che diventa un lusso, le dinamiche di raccomandazione e le politiche svantaggiose per i giovani giocatori italiani, il quadro drammatico è completo».DECRETO CRESCITA E STRANIERI – «Una cosa è portare in Italia Cristiano Ronaldo o giocatori che cambiano il livello del campionato. Un’altra è riempire le squadre di stranieri di medio-basso livello a discapito dei nostri vivai. Curioso che dobbiamo spiegarlo noi a un governo di patrioti».IL DERBY DI ROMA ALLE 12.30 – «Certo, visti i risultati di domenica potevamo arrivarci meglio… Io il derby lo vivo in Campidoglio da 4 anni. Il sindaco Roberto Gualtieri è romanista, io laziale. Ma allo stadio andremo insieme. Chissà se capiteremo vicini!». «Sono disgustato e da un governo di destra che prometteva un pugno di ferro per fermare i violenti mi aspettavo sinceramente di più. Purtroppo però nella politica italiana i fatti non corrispondono alle promesse. Ci sono ancora troppe sacche di connivenza con gruppi ultras. Che il derby sia alle 12.30 è una sconfitta dello Stato. Esprimo la mia solidarietà, oltre che la stima, al prefetto Giannini e al questore Massucci, che fanno un lavoro straordinario. Ma come si dice: ognuno recita messa con quello che ha. Gli strumenti sono scarsi, il personale poco e le leggi garantiscono talvolta l’impunità».GLI STADI A ROMA – «Purtroppo nella nostra città non tutti guardano al futuro. Per 30 alberi e 3 pipistrelli si prova a dire ad esempio che un investimento da oltre 1 miliardo, quello dello stadio della Roma, vada fermato. Il Sindaco sta seguendo in prima persona l’iter dello stadio della Roma ed è una garanzia per tutti. Sono sicuro che a breve ci saranno ulteriori novità. Per la Lazio stiamo aspettando l’integrazione che riguarda il piano economico asseverato, poi potrà partire la conferenza dei servizi che si esprimerà in termini di impatto ambientale, urbanistico, sostenibilità e tutela monumentale. Di sicuro noi il Flaminio non vogliamo lasciarlo in quelle condizioni».