Pagliuca rimembra: «Inter? Tanti bei ricordi. Mi voleva il Manchester United, ma decisi di rimanere perché» | OneFootball

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Inter News 24

·19 November 2025

Pagliuca rimembra: «Inter? Tanti bei ricordi. Mi voleva il Manchester United, ma decisi di rimanere perché»

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Pagliuca racconta le sue esperienze con Sampdoria e Inter, rivelando aneddoti e retroscena sulla sua carriera calcistica

Gianluca Pagliuca, storico portiere italiano classe 1966, è tornato a ripercorrere i momenti più significativi della sua carriera in una recente intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport. L’ex numero uno di Sampdoria e nerazzurri ha raccontato aneddoti e passaggi chiave del proprio percorso professionale, sottolineando quanto entrambe le esperienze abbiano inciso sulla sua crescita tecnica e mentale.

VIALLI – «Era un uomo incredibile, uno che ti diceva le cose in faccia. Anche per questo non abbiamo mai litigato. Ho conosciuto una persona vera, sapeva essere leader in campo e capo gruppo in serata».


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FESTA – «È vero, non lo nego. Mi è sempre piaciuto fare festa. Sono stato con tante donne. Non mi piaceva molto bere, ma sapevo divertirmi…Tanti compagni mi accompagnavano. Nell’anno dello scudetto con la Samp c’era questo rito: andavo a Bologna il lunedì, facevo serata e il martedì ero a Bogliasco ad allenarmi. Oh, in campo le vincevamo tutte. Ricordo una volta in cui incontrai Vialli a Bologna, mi aveva fatto una sorpresa. “Mi devi sopportare anche qui”, mi gridava mentre mi abbracciava».

INTER – «Nel ‘98 subimmo una serie di furti a ripetizione. La Juve era una grande squadra, ma noi eravamo più forti e meritavamo. Il fallo di Iuliano su Ronaldo resta una macchia indelebile. Mi hanno tolto uno scudetto. Fu uno scandalo… e ogni volta che ci ripenso mi incazzo».

MANCHESTER UNITED – «Mi voleva Sir Alex Ferguson, ma l’Inter aveva appena preso Ronaldo e io non avevo nessuna intenzione di andarmene: ero in squadra con il Fenomeno, il giocatore più forte che abbia mai visto in tutta la mia carriera. In più, Moratti non voleva cedermi. La Premier al tempo aveva meno appeal della Serie A, oggi probabilmente farei una scelta diversa. Allora tutti i più bravi venivano a giocare da noi».

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