Pareggio che sa di vittoria, il Bologna è forte e Italiano può perseguire il suo credo. Ora guai a prendere sottogamba il Monza | OneFootball

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Zerocinquantuno

·16 Januari 2025

Pareggio che sa di vittoria, il Bologna è forte e Italiano può perseguire il suo credo. Ora guai a prendere sottogamba il Monza

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Inter-Bologna 2-2: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Meazza.

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L’ennesima prova di spessore – Il pareggio di ieri, frutto di una prestazione maiuscola, ha un sapore molto diverso rispetto a quello arrivato contro la Roma: sa di vittoria. Anche a San Siro il Bologna ha giocato con qualità, intensità e personalità, in certi momenti ha comprensibilmente sofferto l’impeto dell’Inter ma ha sempre saputo rialzarsi, dimostrando una notevole forza mentale (peraltro già ammirata contro la Roma, reagendo subito alla beffarda sconfitta col Verona). L’esempio lampante è l’atteggiamento della squadra nel secondo tempo, dopo un gol, quello del 2-1 di Lautaro, che suonava come una mazzata perentoria. Insomma, dobbiamo renderci pienamente conto che siamo diventati una gran bella realtà.

Il coraggio e la saggezza – Le squadre di Italiano hanno una mentalità prettamente offensiva e si espongono a dei rischi, lo sappiamo e va bene così: qualche volta si paga dazio ma sono più le occasioni in cui quella mentalità dà frutti positivi (pensiamo per esempio al gol di Castro, nato dalla pressione alta portata da Moro). Del resto, se contro le corazzate come l’Inter pensi solo o soprattutto a difenderti vieni travolto, in passato ci è successo. Mi sono però piaciute le sostituzioni effettuate dal mister alla fine, col Bologna un po’ sulle gambe e meno lucido dopo aver speso tantissimo: dentro Erlic per fare il terzo centrale mettendosi a 5 dietro, senza vergogna, con in più l’esperienza e i muscoli di De Silvestri. Mosse del genere, che già avevamo visto in casa della Roma e del Torino (con risultati positivi), danno forza alle dichiarazioni di Italiano, che aveva chiesto ai suoi uomini di essere meno belli ma più pratici nei finali di partita.

La rosa di prim’ordine – A San Siro è arrivata un’altra dimostrazione che il Bologna ha una rosa lunga e con tante alternative di valore, basti pensare a quanto ha inciso Moro, alla prova più che decorosa di Casale, al fatto che dalla panchina si sono alzati Ferguson e Pobega, o alla recente esplosione di Dominguez. Anzi, malgrado le polemiche estive sui rinforzi non ritenuti all’altezza mi sento di dire che questo organico, seppur abbia perso qualcosa a livello di qualità in difesa con la partenza di Calafiori, sia più profondo e completo di quello della scorsa stagione. Se Italiano può perseguire il suo credo calcistico senza mai derogare, è anche perché ha a disposizione giocatori forti che lo mettono in pratica.

La difformità di giudizio arbitrale – Talvolta vediamo assegnare dei rigorini per falli decisamente risibili, poi quando c’è un’entrata in cui il difensore (Bastoni) tocca sì la palla ma poi anche le gambe dell’avversario (Odgaard), ribaltandolo e procurandogli comunque un danno, non si richiama neppure l’arbitro al monitor. Sono interpretazioni molto distanti fra loro che vanno ad incidere sul risultato, ma ormai ho capito che nel calcio di oggi vale tutto e quindi alzo le mani.

Ndoye e le corsie laterali – Ieri gli esterni rossoblù, sia alti che bassi, hanno un po’ sofferto, ma del resto si sono trovati a fronteggiare rivali del calibro di Dumfries e Dimarco, tra i migliori in Europa. Holm è quello che ne è uscito meglio, gran gol incluso, mentre Ndoye come contro la Roma non mi ha convinto: lo svizzero sta attraversando un momento di appannamento, peraltro accettabile visto che nella prima parte di stagione ha speso moltissimo ed è pure incappato in qualche acciacco, ma in generale dev’essere più cattivo e meno superficiale nei momenti decisivi, quando c’è da puntare, passare o tirare.

Il pericolo dietro l’angolo – Questo è un ‘contro’ solo potenziale, della serie ‘prevenire è meglio che curare’. Sabato il BFC dovrà far tesoro di quanto accaduto contro il Verona ed effettuare quell’ultimo scattino in termini di maturità. Il rischio non voluto ma fisiologico, infatti, è che dopo due ottime prestazioni al cospetto di altrettante big (perché anche la Roma in termini di rosa lo è) ci si possa un po’ rilassare, prendendo sottogamba il fanalino di coda Monza. Ciò non dovrà assolutamente accadere perché i punti buttati contro le medio-piccole, specie al Dall’Ara, sono già stati troppi, e se si vuole restare in zona coppe europee si dovrà per forza invertire il trend.

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