Petrachi rivela: «Gasperini era vicino a firmare per quella squadra. Sulla Juve penso che…» | OneFootball

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Calcionews24

·31 Oktober 2025

Petrachi rivela: «Gasperini era vicino a firmare per quella squadra. Sulla Juve penso che…»

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Petrachi: «Gasp a Roma lo volevo già io. Alla Juve, chi decide davvero?». Le dichiarazioni

Gianluca Petrachi, ex direttore sportivo e ora libero da impegni dopo l’uscita dalla US Salernitana 1919, si racconta in un’intervista esclusiva a TuttoMercatoWeb. Sollecitato sulle dinamiche del calcio italiano e sulle scelte dirigenziali che stanno caratterizzando questo avvio di stagione, Petrachi non si sottrae a nessun tema, dall’idea del ds alla gestione degli allenatori.

«Sto abbastanza bene, ho voluto liberarmi del contratto con Salerno proprio per essere autonomo e potermi rimettere in gioco», esordisce Petrachi. E subito aggiunge: «Sono alla finestra, motivato a tornare in pista». Nel corso della conversazione non manca una freccia al recentissimo progresso dirigenziale del Genoa CFC: «Affidarsi oggi a dirigenti stranieri in Italia è un azzardo. Prima che capiscano la nostra passione, la nostra tifoseria… ci vuole tempo».


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Petrachi rivolge poi la sua attenzione all’altrettanto visibile caos in atto alla Juventus FC. «La Juventus ha cambiato allenatore, ha cambiato strategia — dice — ma ancora non è chiaro chi prende davvero le decisioni: Comolli? Modesto? Chiellini? Chi fa il mercato alla Juve?» Una domanda serrata che mette in luce una struttura ancora in evoluzione, secondo Petrachi.

Sul capitolo allenatori, Petrachi non nasconde di aver voluto cento volte prima di altri il Gian Piero Gasperini alla Roma: «Cinque anni fa lo avrei portato io», rivela. Parlando della scelta della Juve, non manca un endorsement per Luciano Spalletti: «Ha personalità, sa imporsi. Se gli lasciano lavorare farà bene».

Petrachi tocca anche un tema a lui caro: la figura del direttore sportivo italiano. «Un ds deve saper capire il calcio, insegnare ai giocatori e agli allenatori cosa significhi far parte di un club. Uno che viene da un altro campionato impiega anni per capirlo». E ancora: «La passione vissuta qui è una religione, non un business».

Conclude con una riflessione ampia sulla Serie A, senza risparmiare analisi: «Il campionato è avvincente, ma per alcuni club la costruzione di un progetto serio è ripartita tardi. Sarà interessante vedere chi avrà la pazienza di fare le cose per bene».

Petrachi, dunque, si conferma un osservatore attento del calcio italiano, ma anche un professionista ancora pronto per rilevare una panchina dirigenziale. Le sue parole riflettono un concetto: non basta cambiare allenatore o direttore sportivo, serve chiarezza, decisioni nette e una visione condivisa.

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