Pulisic: «Voglio entrare nella storia del Milan. Allegri mai nel panico. Modric? I miei cugini hanno chiamato il cane ‘Luka’» | OneFootball

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·4 Oktober 2025

Pulisic: «Voglio entrare nella storia del Milan. Allegri mai nel panico. Modric? I miei cugini hanno chiamato il cane ‘Luka’»

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Pulisic: «Voglio entrare nella storia del Milan. Allegri non va mai nel panico. Modric? I miei cugini hanno chiamato il cane ‘Luka’». Le parole dell’americano

Christian Pulisic, protagonista assoluto di questo inizio di stagione con la maglia del Milan, si è raccontato in una lunga intervista per la rubrica di DAZN “Storie di Serie A”. Ai microfoni di coach Dan Peterson, l’attaccante americano, attuale miglior realizzatore della squadra, ha parlato del suo impatto con il calcio italiano, delle sue passioni e degli obiettivi futuri, con un sogno ben preciso: lasciare un segno indelebile nella storia rossonera.

Qual è la più grande differenza del gioco in Italia rispetto a qualsiasi altro paese? «Penso sia difficile da dire. Penso di aver imparato molto dal punto di vista tattico, ho imparato molto qui. Ho affrontato diverse squadra, si difendono tutte molto bene. È un sistema diverso, e lo è anche il modo di giocare. Penso di aver imparato tanto rispetto a quando sono arrivato».


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Ti senti molto più italiano da quando sei arrivato? «Si, un po’ credo che sia così. Penso che sicuramente ti adatti un po allo stile di vita. Ed è molto divertente. Tra l’altro ho la nonna italiana. Mi sono sempre sentito un po’ italiano».

Qual è il tuo piatto preferito? «È divertente, se me lo avessi chiesto tempo fa ti avrei risposto pollo alla parmigiana o spaghetti con polpette. Ma quando sono venuto ho provato tutto e ci sono tantissime cose, è una scelta davvero difficile. Mi piace tantissimo la carbonara l. Sì difficile batterli».

Ti chiamano Captain America. Cosa ne pensi? «È un soprannome simpatico. Capitano del Milan? Per il momento va bene Captain America. Vedremo cosa succederà».

Avevi un idolo quando eri piccolo? «Si ne avevo alcuni. Quando sei piccolo segui la nazionale, uno di oro era Dempsey. Lo seguivo sempre, specie durante i Mondiali, con la nazionale. Volevo essere come lui. Mi piaceva il suo modo di giocare, la sua attitudine, il suo modo di stare in campo. Invece in Europa c’erano tanti giocatori che guardavo con ammirazione. Robert, Figo ed ovviamente Messi».

Sei un fan del basket? «Si, molto».

Sull’esperienza al Milan: «Penso di essermi sempre fidato di me stesso, anche quando avevo qualche dubbio. Ci sono stati dei periodi complicati a Londra, e lì devi credere i te stesso. Sapevo che queste occasioni, questi momenti sarebbero arrivati. Sono anche, fortunatamente, arrivato in un club che mi ha dato l’opportunità, ha creduto tanto in me. A partire dagli allenatori, dai tifosi, dai compagni. Penso che quando sei messo nelle condizioni di giocare un po’ più liberamente, hai quella fiducia. Questo significa moltissimo».

Sei stato capace di mantenere lo stesso livello con i 4 allenatori che hai avuto a Milano. Qual è il tuo segreto?«Anche questo è difficile da spiegare. Non cambio il mio modo di lavorare, a prescindere dall’allenatore. Penso di aver avuto una costanza e una buona routine da questo punto di vista. Il modo in cui mi alleno, mi prendo cura di me, e penso che questo mi porti ad essere costante».

Sul rapporto con Allegri: «Colpisce l’esperienza che ha, il modo di lavorare, sa come tirare fuori il meglio dai giocatori. È già stato qui al Milan in passato. È uno che non va nel panico. Dopo la prima sconfitta in campionato contro la Cremonese nello spogliatoio eravamo delusi. Lui non ha perso la calma, ci ha detto che eravamo solo alla prima giornata, di continuare a lavorare che avremmo trovato la strada giusta».

Qual è il tuo segreto per ricevere tanto la palla? «Penso che il calcio sia molto meno improntato sulla giocata singola, c’è molto più gioco di squadra. Rispetto al basket il calcio è ancora più una questione d’istinto. Bisogna sapere dove posizionarsi in area, perché è lì che alla fine vengono segnati i gol. Capire come occupare lo spazio, sentirlo. E questo penso che sia il mio segreto».

Sul segreto di non sprecare mai un pallone o forzare una giocata, come Messi… «Penso che sia molto importante capire quando capire prendersi rischi, e Messi lo sa fare. Ci sono de momenti in cui ti senti più in fiducia rispetto ad altri, in questo momento è anche facile parlare, sto segnando tanto, ma ci saranno anche momenti negativi e bisogna essere bravi ad affrontarli. E Messi in questo è un maestro».

Sull’impatto di alcuni nuovi compagni di squadra «É stato un impatto importante. Rabiot, Saelemaekers, Modric pure. Sono giocatori che conosciamo. Ne conoscevamo le qualità, ma vederli tutti i giorni è qualcosa di diverso. Vedere cosa possono portare, la fame con cui scendo in campo. È grandioso. È bello avere un gruppo così disciplinato ed averli come compagni».

Su Modric: «La nostra famiglia ha origini croate, sono grandi fan di Modric. I miei cugini hanno addirittura chiamato il loro cane Luka. Questo non gliel’ho mai detto. È incredibile allenarsi e vederlo ogni giorno. Sto cercando di imparare il più possibile da lui. Parliamo tanto».

Avete un’attitudine diversa quest’anno. «Si stiamo bene. Assolutamente. So anche che è presto, stiamo solo ad ottobre. È anche normale sentire commenti affrettati. Non è tutti rose e fiori. Saremo messi alla prova tra poco e penso che sarà proprio questo a definirci quezt’amo. Ma assolutamente, penso che è importante avere fiducia e la sento, tra i compagni e l’ambiente».

Su come vive le partite in panchina l’allenatore rossonero: «E’ uno che vuole vincere a tutti i costi, si vede che ci mette tanta passione, da vero italiano. Ti stimola ancora di più vedere quanta energia ci mette in panchina. È un grandissimo allenatore, ci carica ancora di più».

Sulla passione per gli scacchi: «Sì è vero mi piacere giocare con gli scacchi. È una passione che mi ha trasmesso mio nonno. Io e mio cugino lo sfidavamo anche due contro uno e perdavamo sempre. Ho incontrato a Londra Magnus Carlsen, ci siamo anche sfidati. Mi ha battuto penso dopo sette mosse. È stato incredibile».

Potresti entrare a far parte della storia del Milan. Ci hai mai pensato? «No, non ci penso. Penso a questi nomi, gente irraggiungibile. Sono una fonte di ispirazione. Darò tutto per questa squadra, voglio vincere ed entrare a far parte della storia del Milan».

Sulle ambizioni stagionali: «Il nostro obiettivo è tornare sicuramente in Champions League. Fa strano vedere un club come il Milan non partecipare a questa competizione. Abbiamo una squadra forte e faremo di tutto per raggiungere l’obiettivo».

Sulla sfida contro la Juventus: «Una delle squadre più forti in Italia, c’è sempre rivalità. Sarà una grande sfida, una gara tosta. Noi dovremo fare quello che stiamo facendo, sappiamo che non sarà facile. Speriamo di uscire con un buon risultato».

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