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·12 Mei 2025
Quel siparietto telefonico che scatenò Zemanlandia, capolavoro gestionale a Foggia

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Estate 1989: la hit che risuona sulle spiagge è la languida "Ti Pretendo" di Raf. In novembre crollerà il Muro di Berlino, e il mondo non sarà più lo stesso. Zdenek Zeman, tra un tuffo in mare e un drink, torna a Foggia e con il compagno di merende Peppino Pavone pianifica una nuova stagione in terra pugliese.
La squadra a disposizione del tecnico boemo è ancora tutta da costruire e il cantiere resta aperto. C'è una Serie B da affrontare. Tanti i nomi sul taccuino, in primis un ragazzotto che con i gol all'apparenza ha poco a che fare. Poco male, col duro lavoro si fanno miracoli. Il nome è quello di Beppe Signori dal Piacenza. L'affare di chiude in breve tempo con il tandem Pavone-Zeman che comunica orgoglioso al patron la trattativa conclusa senza intoppi. "Bene! Sono proprio contento. Allora, quanto avete speso?", chiede con calma olimpica Casillo. A quel punto Pavone tentenna, prende tempo, sembra in difficoltà nel pronunciare la cifra dell'acquisto. "Quanto abbiamo speso? Beh - afferma timoroso il ds - circa 1 miliardo e mezzo di lire". La reazione del Presidente è rovente: "Ma come? 1 miliardo e mezzo! No, non è possibile. Salta tutto. Passami Zeman". La risposta del boemo è semplicemente geniale: "Ormai ha firmato. Nessun problema, ti vendi un mulino e risolviamo". La football industry, se ci pensiamo bene, è anche questo con un velo di sana ironia.
Quella sarà l'alba di una meravigliosa avventura a tinte rossonere. Il Foggia di Zeman scriverà la storia con la promozione in Serie A e le successive due stagioni all'insegna del calcio champagne, del 4-3-3 con il tridente d'attacco Rambaudi-Baiano-Signori, della difesa a zona, delle sigarette fumate perennemente. Tanti auguri mister, di vero cuore.
(Foto Marco Luzzani/Getty Images)