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·18 Mei 2025
Ravezzani: «Se la Juventus non battesse l’Udinese in casa sarebbe una situazione assurda. Yildiz non è Yamal, ecco chi andrà via in estate. Conte? Credo che… » – ESCLUSIVA

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·18 Mei 2025
In esclusiva a Juventusnews24.com è intervenuto il noto giornalista Fabio Ravezzani. Ecco la sua analisi nel giorno di Juve Udinese che si disputerà domenica 18 maggio e valida per la 37ª giornata di Serie A.
Come valuta l’impatto di Igor Tudor sulla Juventus da quando ha preso il posto di Thiago Motta a marzo e quali cambiamenti ha apportato alla squadra?
«L’impatto è stato discreto, si pensava che bastasse Tudor con i suoi discorsi sulla maglia, sulla juventinità, “fino alla fine”, i Del Pieri e tutti i vari componenti di quella Juve che vinceva tutto per dare animo alla squadra e così non era. Cioè la squadra era satura di Motta però non era una squadra in grado di recepire un messaggio di appartenenza; perché c’è poca appartenenza in quella squadra lì e quindi Tudor ha provato a toccare dei tasti che però si sono rivelati ininfluenti. C’è poca appartenenza nella Juve perché c’è gente di passaggio, c’è gente appena arrivata, c’è gente che sa che andrà via, lo stesso allenatore sembra improbabile che resti. Quindi trovare la grinta, l’orgoglio, la voglia di combattere al di là delle proprie possibilità era una chimera, in questo Tudor non è riuscito ad incidere. Tatticamente ha fatto delle cose comunque opportune, la squadra era in caduta libera psicologica e tattica e se non altro ha messo insieme un gruppo con continuità cosa che non si era vista prima, ha fatto qualche cambiamento difensivo ha subito però il danno di tanti infortuni però ecco, da quel punto di vista lì ha un po’ aggiustato la squadra».
Considerando le assenze pesanti di Kalulu, Thuram e Savona per la Juventus, e di Thauvin, Bijol, Atta e Lucca per l’Udinese, quanto possono incidere queste defezioni sull’andamento della partita?
«Certamente incidono, il punto però è questo: la cifra tecnica della Juventus è ampiamente superiore a quella dell’Udinese. La necessità di fare una buona prestazione è enormemente a favore della Juventus rispetto all’Udinese che viene a fare la sua, chiammaola così, onesta partita ma che non ha obiettivi angoscianti. Quindi tutto questo dovrebbe far propendere, senza dubbio, la bilancia per la Juve. Cioè se la Juventus non battesse l’Udinese in casa saremmo di fronte a una situazione talmente assurda e inopinata che verrebbe da dire che deve essere azzerato tutto quanto l’impianto, non solo della squadra, ma anche della parte sportiva della società».
L’Udinese ha perso 59 partite in Serie A contro la Juventus, pensa che nella sfida di domenica il trend possa essere invertito o i bianconeri restano comunque i favoriti?
«Non c’è dubbio, deve essere considerata la favorita. Ecco, è vero che la Juventus quest’anno ci ha abituato a tutto, anche ad essere eliminata in casa dall’Empoli. Però questo fatto era quello che aveva fatto dire a Thiago Motta “abbiamo sbagliato tutti”. Cioè se tu in Coppa Italia, in casa, ti fai eliminare dall’Empoli non hai un briciolo di dignità. Sei veramente così, una squadra che scende in campo per dovere senza avere un minimo di senso di responsabilità verso se stessa e verso i tifosi, io voglio sperare che questo sia stato l’abisso della stagione e che non ce ne siano altri. Personalmente sono più che convinto che la Juve batterà l’Udinese».
Quali sono, secondo lei, i punti di forza e di debolezza dell’Udinese sotto la guida di Kosta Runjaić, soprattutto in vista della trasferta torinese?
«La debolezza è quella dell’attacco, cioè senza Lucca è un attacco che non ha mai avuto grandissime performance. Il punto di forza è invece il centrocampo, l’Udinese comunque è una squadra che ha gamba, è una squadra che ha dei centrocampisti piuttosto tosti e lì insomma si giocherà soprattutto la partita della Juventus cioè nel superare nel confronto diretto il centrocampo, perché i difensori mi sembrano tutto fuorché irresistibili ecco».
La Juventus ha inanellato, in questa stagione di Serie A, 16 pareggi e 4 sconfitte. Cosa ci dicono questi dati, a parer suo, in termini di solidità sulla squadra bianconera?
«Ci dicono che è una squadra – che poi è un po’ l’analisi al termine del quale sono arrivati sia Motta che Tudor in modo diverso – che non ha carattere, che non ha riferimenti interni, che nei momenti di difficoltà tende a perdere appunto la testa, a lasciarsi andare e non ha nessuno capace in qualche modo invece di dare la scarica di adrenalina, di essere un punto di riferimento. In questo c’è stata una grave colpa da parte della società ma anche di Motta che ha fatto fuori tutti quelli che potevano essere, con la loro personalità, capaci di questo ruolo. Credo Motta li abbia fatti fuori perché voleva essere lui quello in grado di dare alla squadra questo carattere, questa risposta nei momenti di difficoltà, questo appiglio a cui aggrapparsi. In realtà, per come si è posto, è diventato l’esatto opposto; non solo non era l’appiglio a cui aggrapparsi ma addirittura era uno dei problemi per cui ti veniva, come calciatore ancora di più, di staccare la spina. Questo l’ho trovato un grave fallimento, oggi la Juventus si trova con un leader che ha appena assunto questo ruolo, che non ha ancora lo spessore (non gioca nemmeno in Nazionale) che è Locatelli. Gli altri son giocatori più o meno arrivati, dico Gonzalez, lo stesso Thuram, Kalulu, Di Gregorio; alcuni sono addirittura in prestito, sanno che vanno via, Kolo Muani. Altri ancora sanno che andranno via anche se non sono in prestito perché sono a fine contratto, Vlahovic. Ecco tutta questa seria di giocatori, o in transito, o appena arrivati ci fa pensare – basta pensare a Veiga, Kelly – tutta gente che a malapena ha capito dov’è Torino, figuriamoci se ha capito cos’è la maglia della Juve».
Torna Kenan Yildiz dopo la squalifica, come giudica l’evoluzione stagionale del numero 10 bianconero?
«Nella domande c’è già una risposta, cioè il numero 10. Dargli quella maglia così pesante, così storica, la maglia di Del Piero, la maglia di Platini, la maglia di Boniperti insomma è stato secondo me un errore perché Yildiz che ha un grandissimo talento però è un talento che deve crescere, che deve trovare modo anche di essere alterno come inevitabilmente è alterno un ragazzo di 19 anni. Yildiz ha grandi mezzi però non è Yamal, è Yildiz. Quindi probabilmente aveva bisogno magari anche di essere un po’ più tenuto sotto copertura ecco, mettiamola così (ride, ndr). Pretendere che Yildiz sia il giocatore che dà la svolta alla stagione della Juventus è stato un errore, infatti non l’ha data. Lui può essere uno che in alcune occasioni fa tantissimo ed è uno che fra un anno, due anni sarà molto più forte di adesso credo che però mettere sulle sue spalle tutta la Juve sia stato un po’ prematuro».
L’Udinese sotto la gestione Runjaić ha adottato uno stile di gioco basato su intensità, aggressività e verticalizzazioni rapide. Quali mosse adotterà secondo lei Tudor per arginare questo aspetto della squadra friulana?
«L’aggressività, l’intensità sono cose che deve avere anche la Juve, no? Cioè è evidente che tu hai bisogno di giocare con la stessa determinazione e intensità del tuo avversario mettendo poi sul piatto la tua maggior qualità. Io credo che uno degli errori di Tudor sia stato quello di basare molto sulla muscolarità, la squadra. Lui ha voluto una squadra muscolare molto forte dal punto di vista atletico, della stazza fisica e questo non ha pagato. Per esempio ecco, parlando di intensità un giocatore come Conceição è il giocatore forse che ha più intensità della Juventus; questo motorino che va aggredisce, parte, riparte, si butta, cade, si rialza, e lui lo ha emarginato. Ecco questo, come diceva lei, può essere un po’ il problema della partita di domenica, cioè trovarsi giocatori più freschi, più aggressivi più rapidi. Però insomma la Juve mi sembra che abbia i mezzi per venirne a capo».
Conte è una pista percorribile per la panchina bianconera o sono solo suggestioni?
«Io credo che siano fondamentalmente suggestioni. Nel senso che la Juventus ha avuto la possibilità di prendere Conte l’anno scorso e non l’ha voluto prendere e diciamo la dirigenza era questa. Mi sembra quindi improbabile che la Juventus – poi ci può stare tutto nella vita – faccia una sterzata di questo genere. L’arrivo di Conte inevitabilmente destabilizza gli equilibri dei dirigenti di una società soprattutto se questi sono deboli. Conte gestito da Marotta, Conte gestito da De Laurentiis sta a fatica nel seminato, Conte gestito da Scanavino o da Giuntoli anche no anche perché arriverebbe con una certa prosopopea perchè lui si è offerto più volte alla Juve, gli han detto di no. Adesso se la Juve va da lui, si presenta in ginocchio, credo che Conte questo lo farebbe pagare in qualche modo alla Juventus (ride, ndr) in maniera molto concreta. Cioè gli fa spendere una quantità di denaro perché dice “se voi volete che io venga mi dovete comprare tizio, caio, sempronio sennò non vengo, se non me li comprate dopo un mese vado via perché voi non avete i soldi”. Lo abbiamo già visto questo film alla Juventus, io ho qualche perplessità che alla fine la strada di Conte sia la più probabile per la Juve».
La Juventus monitora Lucca proprio dell’Udinese: potrebbe essere un buon colpo per l’attacco bianconero in caso di mancato rinnovo di Kolo Muani?
«Mah, Lucca può essere probabilmente un buon comprimario a me sembra che sia – lui ha avuto una carriera di molti alti e bassi, più bassi che alti – per certi versi. Lucca può essere quello che gioca alcune partite ma se la Juventus pensa di ricostruirsi attorno a Lucca non credo che sia il giocatore giusto. Quindi non capiamo se Vlahovic rimane o no ma se anche rimane, abbiam capito che ormai è entrato in un tunnel dal quale non esce più. Sappiamo che Kolo Muani non rimarrà, se il colpo della Juventus è Lucca che dovrebbe giocare con Vlahovic o alternarsi al serbo dalla prossima stagione, dico “Ahi! Abbiamo cominciato molto male”».
Chi è un giocatore che secondo lei a fine stagione lascerà la Juventus?
«Be’ diciamo tutti i prestiti non li riscatteranno quindi andranno via Conceição, Veiga, andrà via Kolo Muani poi bisognerà capire come saranno i giocatori che non hanno potuto dare il contributo quest’anno. Per esempio tu sicuramente con Bremer, probabilmente con Cabal la difesa ce l’hai quasi a posto. Anche se poi c’è sempre il dubbio su come rientrerà Bremer, in quali condizioni dopo l’infortunio così grave però per il centrocampo benomale Thuram e Locatelli fanno la loro parte, il francese crescerà ancora quindi è un giocatore su cui puntare assolutamente. Il vero problema mi sembra la fascia destra, Conceição andrà via, Nico Gonzalez non ha fatto per niente una buona stagione e l’attacco; io non credo che alla Juventus poi servirà – per esempio Di Gregorio è un portiere che a me è piaciuto sempre, ha fatto anche una buona stagione – chissà che cosa. Servirà mandare via certi giocatori, alcuni non li potrà mandare via perché non si capisce per quale motivo li abbia comprati; mi riferisco a Kelly però se tu azzecchi il centravanti e un centrocampista al posto di quello che hai sbagliato cioè del brasiliano e un’ala efficace, hai già risolto l’80% dei problemi, anche il 90».
Il 6 giugno si gioca Norvegia-Italia: chi è un giocatore che finora non è stato convocato da Spalletti e che lei porterebbe a Oslo?
«Io francamente non capisco l’ostracismo che lui ha avuto verso Locatelli a meno che siano avvenute delle cose di spogliatoio – che non vuol dire che si sian messi le mani addosso – però magari certi atteggiamenti che lui ha avuto quando lo ha convocato che non gli siano piaciuti. Però oggettivamente Locatelli è un giocatore che – non dico che sia titolare in Nazionale ma ci sta vicino – da prima riserva oppure da titolare quando bisogna variare un po’ le cose. Questa è una cosa che io francamente non riesco a capire del nostro ct, ecco. Poi, come sempre, se si qualifica avrà avuto ragione lui, se non si qualifica faremo i funerali tutti quanti insieme».
Si ringrazia Fabio Ravezzani per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.
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