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·14 September 2025

San Siro, l'assist di Abodi: «Meazza storico, ma serve un nuovo stadio»

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Cresce sempre di più l’attesa per la decisione del Consiglio comunale di Milano in merito alla vendita di San Siro, con annesse aree limitrofe, a Inter e Milan che intendono abbattere l’attuale Meazza dopo la costruzione di un nuovo impianto.

Ma se nella stessa amministrazione milanese guidata da Giuseppe Sala c’è più di un dubbio sulla bontà dell’operazione, che costerebbe ai club 197 milioni di euro per l’acquisto di stadio e aree di interesse, lato governo nazionale la strada sembra essere tracciata: basta perdere tempo e lasciare che Inter e Milan costruiscano il proprio stadio.


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A confermarlo è il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi. «San Siro è stata ed è storia insieme ad altri stadi iconici della nostra nazione, ma non è la prospettiva – afferma il ministro all’edizione odierna de Il Giorno –. Si deve saper coniugare il rispetto per il passato con questa voglia irrefrenabile di futuro. Io la chiamo nostalgia di futuro e a San Siro quel futuro non si può esprimere».

Intanto Inter e Milan attendono sviluppi sull’iter di vendita che in caso di via libera farebbe partire un progetto da oltre un miliardo di euro di investimento complessivo per un impianto da 71.300 posti, di cui 13mil fra premium e hospitality, da inaugurare entro il 2031. La costruzione del nuovo stadio avverrebbe fra l’attuale parcheggio e il Parco dei Capitani, mentre in una seconda fase ci sarebbe l’abbattimento del Meazza, anche se non Curva Sud e tribuna arancione saranno ancora in piedi, e la riqualificazione dell’area del vecchio stadio con negozi, ristoranti, un museo delle squadre e spazi verdi accessibili.

«Auspico che l’Italia, grazie a Milano, abbia un nuovo stadio moderno, accessibile, funzionale, che consenta di rispondere alle esigenze non soltanto del calcio, ma dell’intrattenimento in senso generale – ha aggiunto Abodi, che ha poi ricordato l’avvertimento arrivato dalla UEFA in vista degli Europei 2032 –. C’è l’esigenza di un nuovo stadio moderno, ci è stato segnalato in maniera molto chiara e inequivocabile anche dalla UEFA». UEFA che ha ufficializzato che la finale di Champions League 2026/27 si giocherà al Riyadh Air Metropolitano di Madrid dopo che in un primo momento era stato designato, con riserva proprio per via di una riqualificazione necessaria ma alla fine non programmabile, lo stesso San Siro, facendo perdere 60 milioni di euro di indotto al capoluogo milanese, secondo le stime.

Ma la vicenda Meazza, come detto, è tutt’altro che semplice, nonostante il tempo si stia pian piano consumando, visto che esiste il vincolo sul secondo anello che scatterà l’11 novembre. «A Milano c’è questa dimostrazione di fatica di affermare i principi del futuro», ammette lo stesso ministro Abodi.

Nel frattempo, la vicesindaco con delega alla Rigenerazione urbana, Anna Scavuzzo, ha incontrato ieri mattina i capigruppo di Fratelli di Italia, Lega e Forza Italia per illustrare loro i contorni generali della trattativa tra Giunta e società. Alla fine, il centrodestra ha diffuso una nota congiunta dai toni critici: «Abbiamo colto l’invito per un incontro preliminare per senso di disponibilità, ma i contenuti della delibera restano un’incognita. Dirsi favorevoli o contrari al provvedimento è allo stato attuale difficile se non impensabile. Le responsabilità delle scelte amministrative che saranno prese è tutta in capo alla Giunta e alla maggioranza. Per l’opposizione che siede a Palazzo Marino mancano le condizioni minime per potere formulare allo stato attuale neanche un giudizio, figuriamoci una scelta», hanno commentato i rappresentati del centrodestra che a Milano sono all’opposizione.

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