Calcionews24
·7 Mei 2025
Scudetto Napoli, Ottavio Bianchi: «Non festeggiare prima, anche se Conte è in fuga. Lui è bravissimo a fare una cosa e non è una novità. L’Inter non poteva scegliere una competizione…»

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·7 Mei 2025
Ottavio Bianchi ha giocato nel Napoli e da allenatore della squadra partenopea ha vinto il primo scudetto del club con Diego Armando Maradona. Sul Corriere dello Sport c’è una sua intervista a pochi giorni da quello che potrebbe diventare il quarto campionato conquistato dagli azzurri.
I SUOI TEMPI – «Ma io mi riferisco anche alla mia esperienza da giocatore del Napoli. La squadra era forte, c’erano giocatori importanti, eppure non avevamo mai vinto niente. Magari capitava di battere una big e festeggiavi per un mese. Poi però loro vincevano trofei e noi la settimana dopo contro una squadra piccola ci lasciavamo le penne. Le grandi squadre non dovrebbero mai festeggiare per una partita, Non ho mai visto tennisti o ciclisti esultare a metà del percorso».TRE PUNTI DI VANTAGGIO BASTANO – «Diciamo che, tornando al ciclismo, il Napoli non è più in volata ma è in fuga da solo. Ha disputato un campionato eccezionale anche per costanza di rendimento. Certo non aver avuto le coppe durante la settimana ha inciso. É stato un bel vantaggio. Se giochi ogni tre giorni è difficile anche solo recuperare giocatori per piccoli infortuni. Vedi l’Inter. Però è vero anche che con le rose profonde e la qualità di oggi e con i cinque cambi a partita, puoi permetterti diverse rotazioni e un turnover più ampio».L’INTER POTEVA FARE DI PIU’ – «Ma quando alleni una grande squadra non puoi scegliere tra le competizioni. C’è una maglia da rispettare. Giochi per vincerle tutte. Poi puoi alzare uno, due o nessun trofeo, fa parte del rischio e dipende anche dagli infortuni o da un calo di concentrazione, ma l’Inter fino a qualche settimana fa era in corsa per tutto e quindi non sottovaluterei la sua stagione, al di là di come andrà a finire».ANTONIO CONTE – «Ha avuto il grande pregio di far rendere tutti al massimo in una squadra che in estate aveva perso Osimhen e a gennaio Kvaratskheila senza essere sostituito. Ovvero i due protagonisti dell’ultimo scudetto. Non c’è stato il grande giocatore che si è messo in evidenza più degli altri. La rosa ha avuto un rendimento costante da parte di tutti. D’altronde è questa la regola del gioco di squadra, dal rugby alla pallavolo passando per la pallacanestro. Se nel calcio si gioca in undici ci sarà un motivo. E Conte è uno che storicamente ha sempre ottenuto il massimo della macchina che ha a disposizione».