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Inter News 24

·20 Desember 2025

Supercoppa italiana fuori le milanesi, Napoli e Bologna si prendono il palcoscenico arabo

Gambar artikel:Supercoppa italiana fuori le milanesi, Napoli e Bologna si prendono il palcoscenico arabo

Supercoppa italiana, Italiano convince ancora: idee, aggressività e identità battono i muscoli e il valore dell’Inter

Niente finale per le milanesi: la Supercoppa Italiana sarà una questione tra Napoli e Bologna. Un verdetto che premia il lavoro e la coerenza di Antonio Conte, ma anche – e forse soprattutto – la crescita continua della squadra di Vincenzo Italiano, capace di guadagnarsi la finale giocando alla pari, se non meglio, contro un’Inter più ricca, più strutturata fisicamente e con un organico superiore per valore complessivo.

Il Bologna, però, ha dimostrato ancora una volta di avere qualcosa che va oltre i numeri e il peso del mercato. C’è una forza interna che sostiene la squadra nei momenti di difficoltà, un movimento continuo con e senza palla, un’attenzione costante al proprio gioco più che all’avversario. I rossoblù sanno cosa vogliono e, soprattutto, sanno come andarselo a prendere.


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Per Italiano, come riportato dal Corriere dello Sport, è un’altra tappa significativa del suo percorso: quinta finale in carriera, tre con la Fiorentina e due con il Bologna, con la Coppa Italia già messa in bacheca. Senza etichette affrettate, resta però un dato evidente: nelle gare secche il tecnico sa preparare le partite e sa leggerle. Anche a Riad il suo Bologna ha retto l’urto, ha accettato il confronto e ha risposto colpo su colpo a una squadra considerata più forte.

Decisivo, inevitabilmente, Federico Ravaglia, bolognese doc, protagonista nei 90 minuti e soprattutto ai rigori, dove ha ipnotizzato Alessandro Bastoni e Ange-Yoan Bonny, trascinando i suoi in finale. L’ultimo tocco, quello definitivo, è stato però di Ciro Immobile: una firma pesante, che racconta bene l’anima di questo Bologna, sempre più ricco di valori umani oltre che tecnici.

Dal punto di vista tattico, la squadra rossoblù ha messo in difficoltà l’Inter soprattutto nel primo tempo. Con la linea difensiva alta, il Bologna ha accorciato il campo e tolto spazio alla costruzione nerazzurra, costringendo gli uomini di Cristian Chivu a giocare spesso sotto pressione, con quattro avversari pronti a mordere al limite dell’area. L’Inter ha mostrato un’aggressività nuova rispetto alla versione di Inzaghi, ma ha trovato davanti una squadra ancora più intensa.

Il vantaggio nerazzurro dopo poco più di un minuto avrebbe potuto indirizzare la partita, invece è stato assorbito dal Bologna con sorprendente naturalezza. Non uno schiaffo, ma quasi un buffetto: la reazione è stata immediata, fatta di possesso, iniziative e pericoli creati attorno a Josep Martinez. Il pareggio su rigore è arrivato dopo mezz’ora, ma la sensazione era che l’onda rossoblù si stesse già alzando da tempo.

L’Inter ha pagato anche un problema strutturale ormai noto: senza Denzel Dumfries, la spinta arriva quasi esclusivamente da sinistra con Federico Dimarco e Bastoni. A destra, Luis Henrique resta ai margini del gioco, poco coinvolto e poco incisivo. Il Bologna, al contrario, non esclude nessuno: tutti partecipano, tutti sono dentro il sistema.

Il vero salto di qualità dei rossoblù sta nella consapevolezza. La squadra resta compatta, corta, solidale. Anche quando deve difendersi, come nel secondo tempo, non perde mai le distanze e regge l’urto di un avversario fisicamente più forte. Alla fine, la finale è la conseguenza naturale di un’identità chiara e condivisa.

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