Inter News 24
·3 November 2025
Verona Inter, la reazione euforica di Chivu all’autogol di Frese – VIDEO

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Un’esultanza da calciatore, quasi a dimenticare il ruolo istituzionale della panchina. La vittoria dell’Inter al Bentegodi, arrivata al 95′ grazie a un rocambolesco autogol di Martin Frese, ha scatenato la gioia incontenibile di Cristian Chivu. Come sottolinea La Gazzetta dello Sport, il tecnico romeno è diventato un “magma indistinto di personalità”, unendo il capo, l’amico e il tifoso in un unico gesto liberatorio. Dopo essersi assicurato di aver visto bene, Chivu ha preso in braccio con tutte le forze il difensore Alessandro Bastoni sotto la pioggia battente, per poi lanciarsi in una scivolata sull’erba, festeggiando insieme ai suoi giocatori. Un’immagine potente che testimonia il legame profondo creatosi tra l’allenatore e il gruppo.
È stato lo stesso Chivu, nel post-partita, a spiegare i motivi di una gioia così sfrenata, ammettendo anche un simpatico retroscena: “Ho pure rotto la divisa e ora mi vedete in tuta”, ha confessato sorridendo ai microfoni. L’allenatore della Beneamata ha ammesso di aver gioito così tanto perché temeva che la partita potesse finire male. Sebbene avesse già festeggiato altri gol da allenatore, ha riconosciuto che un’esplosione del genere non si era mai vista. Ha candidamente ammesso la buona sorte della sua squadra: “Non posso negare che siamo stati fortunati”. Ha spiegato che, nel finale, temeva addirittura di poter perdere una partita che sembrava bloccata, e che forse si sarebbe accontentato anche di un pareggio.
Nonostante la componente fortunosa nell’autogol del difensore del Verona, Chivu ha voluto sottolineare i meriti della sua Inter. L’assalto finale, seppur disordinato, è stato la prova che la squadra ci ha creduto fino all’ultimo secondo. “L’aiuto del destino è stato cercato, fino all’ultimo”, ha concluso. Questa vittoria sofferta, ottenuta in un campo difficile e in un momento delicato, ha rinsaldato ulteriormente il patto tra l’allenatore e i suoi giocatori, capaci di soffrire e vincere anche quando la prestazione non è brillante. Un segnale di unità fondamentale per la corsa al vertice della compagine milanese.
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