Hellas Verona FC
·12 April 2025
Zanetti: "Insieme ai nostri tifosi creiamo l'energia giusta per affrontare il Genoa" / VIDEO

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·12 April 2025
Verona - Le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù Paolo Zanetti, rilasciate oggi alla vigilia di Hellas Verona-Genoa, match valido per la 32a giornata di Serie A Enilive 2024/25, in programma domani, domenica 13 aprile alle ore 15, allo 'Bentegodi'.
Un Verona equilibrato e solido. Sarà questo il Verona che vedremo anche contro il Genoa? “Il Verona deve essere questo, ma non è semplice. Ci vuole un lavoro dietro, ma anche una predisposizione da parte dei calciatori, affinché si capisca cosa serve per arrivare all’obiettivo. Dobbiamo arrivare concentrati alla partita, confermando questo trend importante”.
Saranno convocati Serdar e Niasse? “Serdar e Faraoni saranno convocati, invece Niasse e Suslov lo saranno per la prossima partita”.
Domani verranno riconfermati gli interpreti di Torino? “È probabile, perché la squadra ha risposto bene anche in quella importante partita. A volte, non bisogna toccare certi equilibri. Ci sono anche altri calciatori che meriterebbero di giocare ma la squadra si è comportata con il giusto atteggiamento, sia dal punto di vista tattico che mentale. Abbiamo ancora alcune assenze, recupereremo due calciatori da portare in panchina ma senza minuti nelle gambe. Continuiamo il nostro percorso con concentrazione e determinazione, perché ogni punto pesa. Tutti vorremmo vincere, ma giocheremo contro una squadra di alto livello”.
Cosa ha aggiunto al gruppo Vieira? Che partita sarà? “Il Genoa ha fatto un grande percorso. È una squadra completa, che sa attaccare bene, solida, aggressiva, con un calcio diretto sulle seconde palle, fisica e intensa. Sarà una partita dalla difficoltà alta, ma che giocheremo in casa. Dobbiamo essere uniti davanti ai nostri tifosi, creando la giusta energia. È una partita importante”.
Che Zanetti sarà dopo questa annata? “L’annata non è finita, non è tempo di bilanci. I bilanci vanno fatti quando l’obiettivo è stato raggiunto. È una stagione che mi ha fatto crescere, con momenti difficili, ma che mi ha anche emozionato tanto. Questa è una piazza di bellezza e di unicità, che merita tantissimo. È come allenare una grande squadra, un po’ come essere all’università”.
A livello tattico, oggi, c’è maggiore equilibrio. Che cosa è stato fatto per raggiungere questo equilibrio? “È stato un lungo percorso. Il cambiamento principale è stato realizzato a livello difensivo. Prima giocavamo uomo su uomo e questo ci portava a dover vincere i duelli. Non riuscivamo a sostenere gli spazi. Oggi abbiamo reparti più compatti, con una linea di baricentro più bassa. Siamo più corti nei reparti. I ragazzi hanno interpretato al meglio questo nuovo calcio, quando bisogna difendere. Il calcio va fatto con le letture, con posizionamenti preventivi, con coperture del compagno. Abbiamo sviluppato nel tempo un concetto di calcio misto, perché non reggevamo gli uno contro uno, dietro, a tutto campo. Ma abbiamo comunque due punte, due quinti che spingono, una mezzala di inserimento. Non abbiamo cambiato il nostro coefficiente di pericolosità ma tutto fa parte dell’evoluzione dell’annata. Questo è un aspetto positivo se si centra il risultato finale: questa è l’unica cosa che ci interessa. Oggi questo gruppo dimostra di essere squadra, in tutte le fasi”.
Il Verona ha il destino nelle sue mani… “La condizione di oggi non deve farci sentire tranquilli, ma dobbiamo essere consapevoli che siamo i protagonisti del nostro destino. Quello che fanno gli altri non deve interessarci. Non dobbiamo fare tabelle o proiezioni sulla quota salvezza. Dobbiamo fare il massimo dei punti, in base alle nostre partite”.
Senza i giocatori migliori si è visto il miglior Verona. E questa formazione potrebbe essere schierata per la terza volta... “È un segnale importante, che determina l’essere squadra. Il fatto di non poter schierare sempre la stessa formazione è un deficit. Queste assenze, in alcuni momenti, hanno fatto perdere la nostra strada. Ma ora la squadra si comporta da tale, andando oltre le assenze. Si arriva all’obiettivo finale solo se ogni calciatore mette il proprio mattoncino. Recupereremo questi giocatori per il rush finale, cercando di ripeterci, prestazione dopo prestazione”.
Come si sta integrando Luan Patrick? Potrebbe avere spazio in futuro? “È un ottimo ragazzo, che è rimasto fermo per tanto e sta facendo una sorta di preparazione. Non parla italiano, non parla inglese e deve ancora ambientarsi al meglio e conoscere più a fondo i compagni. È un calciatore interessante con buone doti. Può essere un play difensivo ma può essere anche un centrale. Vedremo se riusciremo a schierarlo in campo nelle ultime partite”.
Questo Hellas quanto adempie alle tue idee di calcio? “C’è sempre margine di miglioramento, soprattutto nel giocare con la palla. Ma la tenuta del possesso va gestito in base alle caratteristiche della squadra. La mia filosofia di gioco deve essere funzionale al risultato, che è l’unica cosa che conta. La mia crescita sta nel capire cosa serve in base alle caratteristiche della squadra che alleno. In passato ho fatto un altro calcio, in altre squadre, ma c’erano giocatori dalle caratteristiche diverse. In passato c’era una maggiore propensione ad avere più possesso palla, ma, con questo tipo di squadra, è diverso, sapendo che il risultato finale è ciò che conta. Ho imparato a fare un altro tipo di calcio, sono contento di quello che stiamo portando avanti e questa cosa mi sta completando”.
Una sua considerazione su Bernede? “Bernede ha dimostrato che può dare tanto a questa squadra. Ha una naturale propensione alla fase offensiva, ma sta facendo un lavoro importante di riconquista del pallone. A Torino si è visto questo. Non possiamo permetterci un giocatore troppo offensivo in mezzo al campo. Suslov, in questo, fa un ottimo lavoro, abbinando entrambe le fasi. Anche Bernede ha sia gol che assist nelle sue potenzialità, ma sta lavorando per fare ordine a centrocampo. È un acquisto interessante e insieme a Valentini ha dato tantissimo a questa squadra”.