Calcionews24
·23 settembre 2022
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Una firma che, col senno di poi, è stata decisiva per la prima qualificazione in Champions League dell’Atalanta. 23 settembre 2018, i nerazzurri pareggiano 2-2 all’ultimo secondo grazie al “Rayo” Emiliano Rigoni. L’illusione dietro uno degli oggetti misteriosi più citati nella storia moderna della Dea.
A Bergamo sei mesi altalenanti tra buone giocate da solista e una discontinuità abbastanza evidente (soprattutto in fattore di minutaggio). Il suo arrivo prometteva bene così come la doppietta spettacolare contro la Roma, ma niente di più. Troppo inadatto al gioco di Gian Piero Gasperini, e l’esplosione del tridente Gomez-Ilicic-Zapata non hanno aiutato. Poche occasioni e tutte mal sfruttate, scaturendone poi la rottura col mister dopo la sconfitta col Genoa. Rimpianto? I risultati dicono altro, ma se l’Atalanta è arrivata terza quell’anno parte del merito è anche suo.