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·6 agosto 2024
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È impossibile rinchiudere il futuro undici della Roma all’interno di uno schema convenzionale, soprattutto alla luce delle trasformazioni nel reparto d’attacco. Possiamo però pensare che, con l’innesto di Dovbyk, l’idea sia quella di schierare contemporaneamente Pellegrini, Dybala e Soulé alle spalle del terminale offensivo ucraino, con Mati largo a destra e gli altri due liberi di muoversi centralmente dedicando la corsia di sinistra alle discese di Angeliño. Un 4231 sulla carta che, in fase di sviluppo, diventa una specie di 3241.
Lasciamo rispondere DDR (così post Olympiakos): «Dobbiamo far sì che i nostri automatismi ci consentano di alternare il 433 al 4231 o altre soluzioni. Dipende anche dalla partita, dall’avversario, a che altezza vogliamo difendere e con quale intensità. È vero anche che togliere un centrocampista a volte può portarti ad essere un po’ scoperto». E Le Fée non è di certo un centrocampista difensivo, anzi. Ma nella testa del mister non sembra essere un problema. Ci attende una Roma coraggiosa e molto intraprendente.
Senz’altro un degno titolare basso a destra, quando le circostanze richiederanno una difesa a 4 anche nella pratica (Sergi Roberto è una buona base). Ma soprattutto un difensore centrale che permetta di scivolare a 3 in fase offensiva: potrebbe essere un braccetto – si parla di Theate, che si allargherebbe sul centrosinistra trascinando dietro di sé N’Dicka e Mancini (abituato ad accompagnare l’azione sul centrodestra) – oppure un centrale puro, come Hummels, con l’ivoriano terzo di sinistra. La palla è nei piedi di Ghisolfi.