Calcio e Finanza
·9 settembre 2025
Accordo Elkann-Procura di Torino: gli effetti su Exor secondo gli analisti

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·9 settembre 2025
Nessun effetto diretto su Exor, ma senza escludere a priori un rimpasto della struttura azionaria della Dicembre, la storica cassaforte di famiglia, attraverso cui l’avvocato Gianni Agnelli controllava l’impero e attraverso cui oggi John Elkann controlla, attraverso anche la Giovanni Agnelli Bv, la holding che è azionista di maggioranza tra le altre di Juventus, Ferrari e Stellantis.
E’ questa la sintesi del pensiero degli analisti di Equita su Exor, a seguito dell’accordo tra John Elkann e la Procura di Torino sulle sanzioni relative alle controversie fiscali sull’eredità di Gianni Agnelli. «Tutti i giornali riportano dell’accordo della procura di Torino con i fratelli Elkann per una questione di evasione fiscale sull’eredità della nonna (basato sull’accusa che la residenza in Svizzera fosse fittizia), portando al pagamento di 183mn di risarcimento e ad un anno in prova ai servizi sociali solo per J. Elkann (CEO di EXOR e presidente di Stellantis)», scrivono gli analisti.
«Nessuna conseguenza per EXOR. Fonti giornalistiche ricordano anche la causa civile ancora in corso relativa alla successione della nonna, tramite la quale la madre dei fratelli Elkann chiede sia da regolare in base al diritto italiano, anziché quello svizzero, e di conseguenza di ottenere una partecipazione della Dicembre, la holding a capo dell’intero gruppo (detenendo il 40% della Giovanni Agnelli che a sua volta possiede il 55% di EXOR)», proseguono ancora gli analisti di Equita.
«Per un osservatore esterno è impossibile valutare quale potrebbe essere l’esito, le possibili conseguenze e persino la tempistica di una sentenza definitiva. Tra i possibili scenari, non si può escludere a priori un eventuale rimpasto della struttura azionaria di Dicembre e/o la necessità di versare conguagli in denaro che potrebbero richiedere un piazzamento di EXOR (tra le possibili giustificazione di uno sconto sul NAV sempre intorno al 50%). Nulla di tutto questo è comunque prevedibile a breve», concludono.