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Calcio e Finanza

·11 novembre 2025

Al Parlamento UE convegno sugli stadi: protagonisti Uva, Simonelli, Lara Magoni, Marino, Campoccia e Calcio e Finanza

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«Euro 2032 è un’occasione che non possiamo perdere: uniamo le forze, l’UEFA sarà un facilitatore con la sua esperienza e le sue conoscenze». Lo ha detto il direttore esecutivo dell’UEFA per la sostenibilità sociale e ambientale e delegato per Euro 2032, Michele Uva, intervenendo a Bruxelles al convegno «Le infrastrutture sportive europee come motore di rigenerazione urbana e sociale». Un convegno organizzato da Lara Magoni, del Gruppo Conservatori e Riformisti, a cui è intervenuto anche il direttore di Calcio e Finanza Luciano Mondellini.

Uva ha poi proseguito: «Gli stadi costruiti o riqualificati in Italia negli ultimi 18 anni – ha sottolineato il manager UEFA – sono frutto di investimenti personali. Serve una politica di sistema. Euro 2032 dà la grande occasione di fare un salto di qualità, innanzitutto con un cambio di mentalità».


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«Da italiano – ha aggiunto Uva – l’invito per il 2032 è di metterci tutti insieme, Uefa, Comitato organizzatore, governo, amministrazioni locali e tutti gli stakeholder: così ne avranno un vantaggio lo sport europeo e quello italiano. L’Europeo è l’unico evento per nazionali che porti ricavi all’Uefa: i due miliardi di utili generati dal torneo in Germania saranno reinvestiti nel calcio giovanile e in quello femminile. Il modello è questo».

Lara Magoni ha aggiunto: «Rigenerare significa ridare vita a luoghi che rischiano di spegnersi e creare comunità attraverso la condivisione dei valori sportivi. Il 90% degli stadi italiani è pubblico, costruito tra gli anni Trenta e Sessanta. Serve un piano nazionale che consenta alle società di investire, rendendo gli impianti moderni, sicuri e sostenibili. Piano che il ministro Abodi sta avviando».

Il convegno si è aperto con un saluto del presidente della Figc, Gabriele Gravina, che ha affermato come «le infrastrutture sportive possano rappresentare un esempio di innovazione, inclusione e integrazione nei tessuti urbani in modo intelligente e sostenibile. È la sfida che dobbiamo cogliere con Euro 2032».

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Il presidente della Lega Calcio Serie A, Ezio Simonelli, ha sottolineato «la nomina del Commissario agli stadi, Massimo Sessa, e la vendita di San Siro a Inter e Milan», e affermato che negli stadi «il ritardo è ormai atavico. Dobbiamo pensare a nuovi impianti che vivano sette giorni su sette, legandoli allo sviluppo delle comunità che li ospitano. Occorre creare un sistema integrato che fa Paese. Ma purtroppo solo l’8% degli stadi è in mano a soggetti privati. Noi come Lega Serie A dobbiamo metterci nelle condizioni di essere una centrale acquisti a disposizione specie dei club più piccoli».

Le società Atalanta e Udinese hanno illustrato le rispettive case history, raccontando come la New Balance Arena di Bergamo e il Bluenergy Stadium di Udine costituiscano oggi esempi di «acquisizione e riqualificazione di un impianto esistente, che da isola diventa tassello rigenerativo». «Non era un’operazione economica, ma un atto d’amore verso la città – ha detto -. Abbiamo restituito spazi, sicurezza e orgoglio. A Bergamo non si dice “vado allo stadio”, si dice “vado all’Atalanta”», le parole di Umberto Marino, direttore generale dell’Atalanta. «Noi abbiamo costruito prima della legge sugli stadi, eppure chi è venuto dopo si è trovato più ostacolato. Servono regole chiare e una cultura normativa che accompagni chi investe», ha spiegato invece Stefano Campoccia, vicepresidente dell’Udinese.

Infine, l’intervento accademico di Davide Allegri, professore del Politecnico di Milano: «Abbiamo reso scientifico lo studio delle infrastrutture sportive come elementi di rigenerazione urbana e culturale. Collaboriamo con Uefa e Figc per definire il decalogo dello stadio del futuro: sostenibile, smart e integrato».

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