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Matteo Rimoldi·30 giugno 2025
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Matteo Rimoldi·30 giugno 2025
I fulmini non si sono abbattuti sugli stadi che stanno ospitando il Mondiale per Club negli Stati Uniti, ma sulla FIFA, finita al centro delle polemiche dopo l’assurda sospensione dell’ottavo di finale tra Chelsea e Benfica.
Le interruzioni della partite per motivi di sicurezza sono sacrosante - ci mancherebbe -, ma la domanda che sorge spontanea dopo così tanti "colpi di scena" è questa: ha senso giocare in un Paese così a rischio? Se lo è chiesto anche il tecnico dei Blues, Enzo Maresca, che ha deciso di farsi sentire.
"Penso sia uno scherzo – ha dichiarato l’allenatore italiano –. Questo non è calcio. Posso capire che, per motivi di sicurezza, si debba sospendere una partita. Ma se se ne sospendono sei o sette, significa che probabilmente questo non è il posto giusto per questa competizione".
Il match di Charlotte è stato interrotto a quattro minuti dal 90’, con il Chelsea avanti 1-0. Le squadre sono rientrate negli spogliatoi e lo stadio è stato evacuato per l’arrivo di un temporale, secondo i protocolli di sicurezza. Due ore dopo, a emergenza finita, la partita è ripresa, ma con gran parte dei tifosi già a casa.
📸 ANGELA WEISS - AFP or licensors
In uno stadio mezzo vuoto – una costante, meteo a parte – è arrivata la beffa: il Benfica si è lanciato all’attacco e ha trovato l’1-1 su rigore, causato da un fallo di mano di Malo Gusto all’ultimo secondo.
"Per 85 minuti è stata una delle nostre migliori prestazioni – ha spiegato Maresca –. Poi ci siamo fermati due ore e quando siamo tornati in campo era tutta un’altra partita, il ritmo era spezzato. Il Mondiale per club è una competizione fantastica, ma quante partite vengono sospese in un Mondiale o in un Europeo? Nessuna. Qui invece sì, ed è un problema".
Nei supplementari il Chelsea ha comunque reagito e chiuso il match con un netto 4-1, volando ai quarti. Ma l’episodio ha lasciato strascichi evidenti: fermarsi due ore per giocare appena quattro minuti è qualcosa che non può essere considerato normale. E come ha detto Maresca, negli Stati Uniti il problema è reale.
Ecco la riformulazione del testo, mantenendo tutti i concetti ma con una struttura più fluida e professionale:
Il Mondiale per Club negli Stati Uniti è solo a metà, ma per l’edizione del 2029 la FIFA è già all'opera e i paesi pronti a ospitare il torneo non mancano di certo. Il Brasile ha ufficializzato la propria candidatura, mentre anche Spagna e Marocco hanno manifestato l’interesse a candidarsi singolarmente.
A questi si aggiunge anche il Qatar, pronto a rilanciare dopo il successo del Mondiale 2022. Come riporta il Guardian, l’emirato ha già presentato la propria proposta, garantendo l’organizzazione di un torneo a zero emissioni di anidride carbonica.
📸 Alex Grimm - 2025 Getty Images
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