Pagine Romaniste
·13 maggio 2025
Atalanta-Roma, l’ex arbitro Coppola: “Sul rigore credo che il protocollo sia stato applicato male”

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·13 maggio 2025
L’ex arbitro Massimiliano Coppola è intervenuto ai microfoni di Radio Romanista per commentare l’episodio del contatto in area tra Mario Pasalic e Manu Koné, avvenuto al 63′ della sfida Atalanta-Roma 2-1, disputata ieri sera. Ecco le sue dichiarazioni:
Diversi opinionisti, da Calvarese a Pistocchi, hanno parlato di un protocollo Var “violentato”. Nel pomeriggio il presidente dell’Aia ha risposto a Ranieri, dicendo che Rocchi ha valutato positivamente l’applicazione del protocollo. Che ne pensi? “Sul rigore, credo che il protocollo sia stato applicato male. Ci sta che per come si è sviluppata l’azione, l’arbitro dia il rigore. Di questi contatti si può parlare tanto. L’arbitro, però, non doveva essere richiamato al monitor. A meno che non ci sia e venga mostrato palesemente un chiaro ed evidente errore, come da protocollo Var. Quindi gli arbitri della sala Var hanno ritenuto quella decisione un chiaro ed evidente errore? E se sì, allora perché quando Sozza va al monitor toglie il rigore, ma non ammonisce il giocatore e non dà punizione indiretta contro la Roma? Applicare il regolamento così, allora, non ha senso. Voglio citare le parole di Rocchi, poi, sull’episodio di Anguissa e Dumfries tirato in ballo: disse che se l’errore non si dimostra clamoroso, dopo il richiamo, resta la decisione del campo. Anche in questo caso, se non si vede che Koné simula o si butta, la decisione deve restare quella del campo. Per ciò che dicono loro”.
Allora perché dicono che è stato applicato correttamente il protocollo? Nel complesso dell’azione, secondo loro non è rigore. L’arbitro non vede dall’alto, ma dal basso, da dove non si vede il movimento di Pasalic. Non un movimento necessariamente falloso. “È stato bravo perché si è fermato. Ma Pasalic pone comunque un ostacolo al giocatore. Detto fra noi, Koné cerca il contatto. Ma questo discorso di può fare per tanti altri rigori. In altri casi molto simili è stata confermata la decisione del campo, come detto da Calvarese. Qui c’è tutta la spiegazione. Non è un errore tecnico, ma il protocollo che viene applicato a seconda della convenienza del momento. Non lo dico contro le squadre; dico che l’arbitro fa una professione difficile e che il regolamento è un po’ come le leggi: ognuna, volendo, è interpretabile in maniera diversa. Ma se non c’è chiarezza capisco Antonio Conte alla fine di Inter-Napoli. Questi episodi creano una dietrologia e le persone possono pensare che ci sia un qualcosa di predeterminato”.
Faccio parallelo con un rigore in un Milan-Lazio, arrivato all’ultimo secondo; un episodio in cui Maignan travolge sulla riga di fondo Castellanos, che in realtà frana sul portiere. “Si può fare questo parallelo”.
Se si guarda quel rigore, l’arbitro non lo dà in campo. Il Var lo richiama, vede il contatto e dà rigore. Ma è questo rigore della Roma al contrario! “Ripeto: sono i paletti che danno adito a polemiche. Ha detto bene Conte, il Var nasce per risolvere i problemi; inizialmente li ha risolti, poi ha iniziato a dare troppo adito alle interpretazioni. E la gente, così, pensa che si voglia favorire la Juve, l’Inter, eccetera. Meglio evitare questi discorsi. Al di là del rigore, Sozza ha arbitrato veramente male. Mancano tanti gialli, uno ad Angelino, un altro a Mancini. C’è poi il fatto di fischiare la fine 7 secondi prima senza far battere l’angolo. L’ha diretta male”.
Lo ricordavamo. Subito dopo il mancato rigore di Koné, c’è un fallo sul francese dal limite dell’area che non viene fischiato. Sui cartellini ha scelto un criterio… “Il problema è che ha dato quel giallo a Djimsiti, l’unico, al novantesimo”.
Quest’idea si può sposare. Ma c’è la gestione dopo il rigore. Il classico arbitro che sa che si parlerà di quell’episodio. “Loro, gli arbitri, hanno l’indicazione di fischiare e ammonire il meno possibile. Ma se si tiene un livello così alto, poi un rigore del genere non lo si da proprio e non si fa partire la polemica, facendo risolvere il problema. Lui ha fatto il delirio, dando il famoso rigorino. E da lì non si può tornare indietro, perché il protocollo parla chiaro”.