gonfialarete.com
·20 gennaio 2025
In partnership with
Yahoo sportsgonfialarete.com
·20 gennaio 2025
Raffaele Auriemma ha analizzato la situazione in casa Napoli sulle pagine di “TuttoSport”, soffermandosi sul lavoro svolto da Antonio Conte.
Con un megafono in mano, da vero capopopolo, a scandire sul bus della squadra il “Forza Napoli” ai cinquemila tifosi che, a notte fonda, si erano radunati all’esterno dell’aeroporto per accogliere la squadra che aveva appena sbancato Bergamo. Un grido di battaglia, un messaggio al campionato ed a quanti ipotizzavano, di partita in partita, la caduta del Napoli. Nemmeno l’Atalanta è riuscita a sconfiggere la squadra di Conte, ormai imbattuta dall’8 dicembre (0-1 con la Lazio) ed il 2-3 del Gewiss Stadium racchiude tutta una serie di messaggi da lanciare al campionato. In primis, il Napoli ha dimostrato di resistere in vetta e darà filo da torcere a tutte quelle che avranno intenzione di vincere lo scudetto. Poi, il lavoro di don Antonio è stato tale da permettere al gruppo di calciatori che aveva vinto il titolo due anni fa, di rigenerarsi a dispetto di certi pesanti addii. È vero che sono arrivati elementi di spessore come Buongiorno, McTominay, Neres e Lukaku, ma non era facile ritrovare continuità e risultati senza Kim, Zielinski, Lukaku e Kvaratskhelia. E proprio al georgiano qualche suo ex compagno di squadra gli ha dedicato i video con l’entusiasmo dei tifosi nel quale si è imbattuto il Napoli di ritorno da Bergamo. Euforia incontenibile e contagiosa, frutto di un primato da difendere a denti stretti e consolidato dal successo in rimonta contro l’Atalanta che, da antagonista, ora è precipitata a -7. Il Napoli è sempre più solo in vetta e non soffre di vertigini. «Stiamo andando troppo veloce, però nessuno ha intenzione di togliere il piede dall’acceleratore: dobbiamo mettere fieno in cascina per il nostro ritorno in Europa. Stiamo facendo qualcosa di straordinario, anche in mezzo alle difficoltà. Ma nelle difficoltà bisogna esaltarsi e non lamentarsi: io di lamentele non voglio sentirne da nessuno», queste parole di Antonio Conte spiegano perché il Napoli sia tanto cresciuto sul piano caratteriale. Così tanto da reagire all’1-0 dell’Atalanta, segnare due gol, per poi essere nuovamente raggiunto ed avere ancora la forza di mettere a segno il terzo gol.
Un atteggiamento che non si vedeva dal periodo Spalletti e che ha prodotto una serie di traguardi a dir poco clamorosi. A cominciare dalle 6 vittorie di fila, che non si registravano dal periodo 21 gennaio-25 febbraio 2023 (Salernitana, Roma, Spezia, Sassuolo, Cremonese, Empoli). Il Napoli è primo eppure certi numeri direbbero il contrario: quinta società in A per valore medio dei calciatori (14,4 milioni), quinta per valore della rosa (356,55 milioni), quarta per monte ingaggi: 84 milioni circa e nella scorsa annata era di 88 milioni. Tutti dati sovvertiti dal lavoro di Conte e dal mercato che ha imposto di fare a De Laurentiis. Spesi circa 15 milioni di euro in estate, ma con la cessione di Kvara al Psg (75 milioni), il tecnico salentino si aspetta altri arrivi di un certo livello. «Giocatori di prospettiva? Ma prospettiva per cosa? Se le cose vanno fatte – ha chiarito Conte in modo eloquente – devono essere fatte come Dio comanda: non facciamo ridere. Altrimenti meglio andare avanti con questi ragazzi». Niente più giovani di belle speranze, Conte reclama elementi del calibro di Garnacho, Zhegorva, Chiesa, al massimo Ndoye. «Perchè se guardi la classifica e sei lassù, non vuoi tornare giù».
Carlo Gioia