Calcio e Finanza
·18 giugno 2025
Azzi (DAZN): «La pirateria vale il 50% di quello che paghiamo alla Serie A»

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·18 giugno 2025
«Il valore della pirateria ad oggi è di 350milioni ossia il 50% di quello che DAZN paga alla Serie A per l’esclusività dei diritti. Una cifra mostruosa: 3,4 milioni di abbonati alla illegalità che sottraggono risorse al sistema e stanno minando la sostenibilità, bloccando la crescita che nuovi modelli business come quello della revenue share proposto alla Serie A potrebbero dare al sistema».
Parole del CEO di DAZN per l’Italia Stefano Azzi, intervenuto durante l’evento “Stati Generali della lotta alla pirateria tra legalità, sicurezza e intelligenza artificiale. Industrie dei contenuti, consumi culturali e comportamenti illeciti”, che si tenuto nell’aula magna “Carlo Mosca” della scuola di perfezionamento per le forze di Polizia di Roma.
«Il problema è certamente culturale e trova conferma anche in quanto riportato da alcuni media: tra i nomi presenti nelle liste delle multe comparirebbero anche profili del tutto insospettabili. Parliamo di notai, avvocati, professionisti che hanno tutti i mezzi per pagare legalmente un abbonamento, e che invece scelgono consapevolmente di aggirare il sistema, mettendo a rischio la propria reputazione e la loro sicurezza. E che certamente non lo fanno per il prezzo. Questa è la conferma che questa abitudine all’illegalità è un fatto di costume ormai consolidato», ha aggiunto.
Cosa ci dice tutto questo? Per Azzi «c’è una cosa molto chiara: la pirateria digitale nel calcio e la sua dimensione sono un problema comune delle istituzioni, dei broadcaster, delle Leghe e dei Club che va risolto se vogliamo davvero proteggere il futuro del nostro sport. Il problema è comune dal momento che la legge, i regolamenti, Piracy Shield e le sanzioni, finora non hanno ancora innescato l’effetto deterrenza necessario. Come diceva prima il Presidente di FAPAV, l’industria ha bisogno di risultati concreti».
Per il CEO di DAZN in Italia, «ciò che manca ancora, nonostante il lavoro importantissimo portato avanti da tutti che ringraziamo di nuovo, è ancor più fermezza su motori di ricerca e su società che nascondono la illegalità. C’è un mantello dell’invisibilità che si sta lacerando, ma è arrivato il momento di rompere definitivamente questa abitudine diffusa all’illegalità. Dobbiamo rendere ancora più consapevolezza e quindi il lavoro di tracciamento, identificazione e sanzione, sistematico e continuo, e comunicarlo. Serve una risposta forte, costante e comunicata».
«La sensazione dominante tra chi compra partite illegalmente è che il rischio sia basso e che valga la pena correrlo. Ce lo confermano anche i numeri della recente ricerca FAPAV presentata da Ipsos: oltre 1 persona su 2 che compra una partita illegalmente crede che ci sarà sempre un modo per eludere il sistema; quasi 1 su 2 ritiene che nessuno tra i propri conoscenti sia mai stato sanzionato; quasi 1 su 4 dubita persino che le sanzioni verranno mai applicate. È tempo di dimostrare il contrario: più consapevolezza. Solo così potremo davvero garantire un futuro sostenibile e giusto per il nostro sistema calcio», ha concluso Azzi.