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·26 settembre 2025

Benatia: «In De Zerbi qualcosa di Guardiola. Allegri non ha mantenuto la sua promessa»

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Benatia: «In De Zerbi qualcosa di Guardiola. Allegri non ha mantenuto la sua promessa». Le dichiarazioni del ds del Marsiglia

Mehdi Benatia, direttore sportivo del Marsiglia ed ex difensore di Juventus e Roma, è stato intervistato dal Corriere dello Sport.

DICE SEMPRE QUELLO CHE PENSA – «Sì, ero così da calciatore e lo sono da dirigente. Anzi: a maggior ragione adesso. Da direttore devo essere onesto per risultare credibile. Quindi faccio il dirigente a modo mio: entro al centro sportivo la mattina alle nove, me ne vado alle sette di sera. Controllo tutto (mostra i fogli che ha sulla scrivania, ndr): i giocatori che mangiano di più o di meno, il loro peso, i chilometri percorsi, il tipo di allenamento. E per i ragazzi del settore giovanile è uguale: voglio sapere ogni cosa, da quale famiglia provengono, come vanno a scuola, come lavorano in campo, che tipo di educazione hanno. Una cosa so fare nella vita: occuparmi di calcio».


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RAPPORTO CON DE ZERBI – «Ecco (stavolta mostra il telefono, ndr): parliamo fino alle due di notte, spesso in videochiamata perché il mister vuole vedere le persone in faccia. A qualsiasi ora. È bello e stimolante, vive di calcio come me. Ha una passione debordante, dovreste vedere come prepara le partite. C’è qualcosa di Guardiola ma, credetemi, è un allenatore unico. Lui respira calcio e respira vita. In questo ordine».

SCELTA ALLENATORE – «Io ero a Dubai, in videochiamata gli proposi un incontro per il giorno seguente a Milano a colazione. Disse che non c’era bisogno, parlammo per ore al telefono e lui chiese di poter estendere la conversazione a Longoria. A quel punto ci spiegò che era interessato, il nostro progetto l’aveva coinvolto e avremmo dovuto parlare con il suo agente. Ma ci aveva già detto di sì».

RETROSCENA CESSIONE LUIS HENRIQUE – «Lo scorso marzo chiamai Luis Henrique e gli dissi che avrei dovuto cederlo. Sapevo che c’era l’Inter e pure una certa cifra da incassare. Andai al campo, lo presi da parte dopo l’allenamento e gli spiegai tutto: “Ti dovrò cedere, ti vogliono, ma tu mi devi portare in Champions. Più giocherai bene, meglio sarà per il Marsiglia e anche per te”. Era impossibile interpretare le mie parole diversamente».

ALLEGRI – «Gli voglio bene, ci rispettiamo, grande allenatore, perfetto per il Milan. Abbiamo discusso in passato, non lo nego. Paratici fu chiaro con me, lui meno. Mi promise che avrei giocato nonostante il ritorno di Bonucci. E sapete come andò? Cinque partite, zero presenze per Benatia».

RISSA RABIOT-ROWE – «Una rissa che non si dovrebbe vedere mai in uno spogliatoio: all’inizio abbiamo provato a tenere coperta la vicenda, aspettando le scuse che non sono mai state fatte. A costo di arrivare quinti o sesti, noi qui pretendiamo serietà. E all’inizio dell’estate non c’è stata da parte di alcuni giocatori. Ritardi, atteggiamenti sbagliati, situazioni sgradevoli: ma stiamo scherzando? Che cosa stiamo qui a fare? Siamo in Champions: e allora? Con Longoria e con Roberto abbiamo subito preso in mano la situazione e visto che il nostro è un gruppo sano le cose si sono messe in ordine. Con loro non è andata così, ma grazie comunque per quanto dato alla squadra. In particolare a Rabiot che ha contribuito alla qualificazione».

SABATINI – «Walter mi chiamava il venerdì o il sabato. In base a quello che gli dicevo capiva come sarebbe andata la partita. Ci rimasi male quando non mantenne le promesse sul rinnovo, ma conservo la stima. Anche nei confronti di Massara: sono felicissimo che sia alla Roma, l’ho chiamato per complimentarmi anche se all’inizio mi diceva che non era ancora fatta. Mi sono messo a ridere. Dài, non dire cazzate. So che vai lì ed è giusto così».

KONE’ – «Se lo volevo? Sì. Quando stava al Borussia. I parametri economici erano alti per noi la scorsa estate ed è stata brava la Roma. Manu è veramente un gran bel giocatore».

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